Cronaca

Caso Ruby, il suo matrimonio: voglia di stupire o di normalità?

Ruby escort Berlusconi

Genova. Da una parte un impianto accusatorio finalizzato all’accertamento di due precisi reati: induzione alla prostituzione minorile e concussione. Dall’altra un can can messo in scena da tutto il sistema dei media che su interviste, testimonianze, intercettazioni, verità presunte o reali, sta dibattendo sulla moralità, sul confine di ciò che è lecito e illecito. Privato e pubblico.

In mezzo a tutto questo storie di corpi, che nel discorso dei media e dei suoi protagonisti non diventano mai storie di donne. Il corpo come oggetto di scambio, il corpo come reato, il corpo come contesa, il corpo come violazione, il corpo come violenza.

Genova ospita, suo malgrado, e in maniera riservata, il corpo più menzionato, ambito, conteso: quello di Karima el Marhoug, al secolo Ruby. Ed è proprio qui a Genova che Ruby sembra aver deciso di giocare la partita forse più importante della sua vita, quella che potrebbe trasformare la storia del suo corpo, nella storia di una donna. Ed è singolare che in un complesso di vicende così complicate, così lontane dal senso comune e dalle pratiche quotidiane, Ruby vuole trasformare e ridisegnare i confini della sua identità attraverso l’atto più tradizionale: il matrimonio.

Chissà se questo annuncio dato dal suo fidanzato genovese sia una nuova tattica in quello che è stato finora un mastodontico piano comunicativo e mediatico, oppure una scelta pensata e voluta anche per andare a conquistarsi la normalità che la ormai maggiorenne marocchina non ha mai avuto.

Eppure il turbinio comunicativo non si ferma. Ieri Bagnasco ha annunciato che lunedì parleranno del “caso Ruby” al colleggio episcopale di Ancona. Il Papa ha fatto un appello per ritrovare il senso morale. Oggi Saviano ha dedicato la sua laurea ad honiris causa, ricevuta proprio a Genova, ai pm di Milano che stanno indagando sul Presidente del Consiglio e sul corpo violato di Ruby.

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