Cronaca

Caso Ruby, Giunta rinvia l’esame. Vietti: pm sovversivi accusa grave e infondata

Ruby rubacuori no censura

Accogliendo la richiesta del relatore Antonio Leone, la Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha deciso all’unanimità di iniziare martedì prossimo l’esame della richiesta di perquisizione domiciliare nei confronti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi presentata dalla Procura della Repubblica di Milano. Una richiesta “ragionevole” l’ha definita il presidente della Giunta, Pierluigi Castagnetti, spiegando che il dibattito proseguirà mercoledì e giovedì e probabilmente la settimana successiva, prima della decisione da sottoporre all’Aula.

Duro il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, che, rispondendo ai cronisti in merito alle recenti affermazioni del premier, ha affermato: “Usare espressioni come ‘sovvertimento dell’ordine democratico’ è tanto grave quanto infondato”. Da parte sua Massimo D’Alema ha chiarito che la richiesta del Copasir di sentire Berlusconi ha poco a che vedere con il caso Ruby. “Non è che abbiamo curiosità morbose – sottolinea – ma il presidente del Consiglio è tenuto a rispondere per legge”. Berlusconi ”è stato chiamato dal Copasir quattro volte”, ha ricordato. “Noi non vogliamo parlare di quello che il premier fa a casa sua ma delle questioni che la legge attribuisce a lui come competenze esclusive: il segreto di Stato, la direzione dei servizi, le dotazioni economiche dei servizi, la politica di sicurezza”.

Fonti investigative negano che sul ‘sexygate’ ci siano filmati che mostrino i presunti incontri e festini a luci rosse ad Arcore. L’esistenza di video, spiegano, “doveva essere inserita nelle 389 pagine di richiesta d’invito a comparire”. Questo però non esclude che nei prossimi giorni lo scenario possa cambiare: gli investigatori devono spulciare tra migliaia di documenti sequestrati, sim telefoniche e computer. Elementi che, nel caso, verranno inseriti nel faldone dell’inchiesta prima dell’inizio di un eventuale processo. Resta piuttosto remota la possibilità che il premier possa comparire davanti ai pm milanesi: l’invito è ‘valido’ da sabato 22 a lunedì 24 gennaio, dalle 10 alle 22. Intanto spunta il nome di Giorgio Perroni, storico difensore di Cesare Previti nei processi Sme e Lodo-Imi Sir, nel collegio difensivo di Lele Mora, indagato per favoreggiamento e induzione alla prostituzione nel caso Ruby.

Perroni è anche l’avvocato nel cui studio milanese, Niccolò Ghedini, l’estate scorsa, svolse le indagini difensive per il premier. Sul fronte politico interviene il presidente della Camera, Gianfranco Fini: “E’ certamente legittimo essere preoccupati di quello che sta accadendo, soprattuto per il buon nome dell’Italia nel mondo. Credo che molti italiani siano sconcertati per la gravità delle accuse mosse a Silvio Berlusconi. L’unico che trova qualche cosa di divertente in tutto questo clamore è proprio il presidente del Consiglio, francamente non capisco cosa ci sia di divertente” ha detto, commentando le frasi di Berlusconi sul contenuto degli atti trasmessi al Parlamento dalla procura di Milano. Immeidata la replica del coordinatore del Pdl, Sandro Bondi: ”Su quali basi Fini si permette di parlare di discredito nel mondo? Proprio da chi ricopre una delle più alte cariche istituzionali ci si aspetterebbe, infatti, una posizione di massima garanzia dei diritti di ogni cittadino, a partire dal principio della presunzione di innocenza mentre è in corso una inchiesta che suscita peraltro molti interrogativi”.

Da parte sua il segretario del Pd Pier Luigi Bersani è tornato a ribadire: “Noi non chiediamo le elezioni anticipate, non le temiamo ma non togliamo a Berlusconi le castagne dal fuoco. E’ lui che deve levare dall’imbarazzo se stesso e il Paese – ha sottolineato – vada dai giudici da dimissionario e poi si rimetta alle decisioni del capo dello Stato”. E ha aggiunto: ”Ha tradito la Costituzione su cui ha giurato”. “Un passo indietro del presidente del Consiglio rafforzerebbe la maggioranza” è quello che chiede il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, mentre l’Associazione nazionale funzionari di Polizia (Anfp) ha scritto al premier chiedendo “un’immediata smentita delle notizie apparse negli ultimi giorni, volta a restituire alle donne della Polizia di Stato la dignità, la considerazione e il decoro che riteniamo con assoluta convinzione debbano esser loro riservati”. E’ la richiesta contenuta nella lettera inviata dal vicesegretario vicario Lorena La Spina al premier.

L’Udc con Lorenzo Cesa torna a sottolineare: “Berlusconi ha due strade: andare dai magistrati, chiarire una vicenda che non fa il bene del Paese. O la nostra proposta, in poche parole, è questa: mettiti da parte, prendi uno dei tuoi per fare il premier”. Il segretario ha parlato di “un governo Tremonti, Letta, Alfano. Sono tre amici. Ma Letta è una persona che conosco da anni, che stimo. Una persona di grande buon senso e oggi ce ne vorrebbe molto”. In serata ci sarà un raduno organizzato dagli Indignati e dal Popolo Viola in piazza del Quirinale al quale parteciperà anche l’Idv.

“Non vogliamo tirare il presidente della Repubblica per la giacca – spiega Antonio Di Pietro – in questi giorni ci sono manifestazioni spontanee che nascono su tutto il territorio, non per contestare chi fa il proprio dovere, come il presidente della Repubblica, ma per segnalare l’inadeguatezza e l’immoralità di un governo che, chiuso nel suo bunker ha bisogno di qualcuno che lo mandi via”. A chiedere una svolta è anche il Terzo Polo. “Se il presidente del Consiglio non è in grado di rispondere nelle sedi competenti alle accuse, si legge in un documento approvato oggi, deve rassegnare le sue dimissioni e consentire così al Paese la serenità e la speranza per un futuro migliore e alle istituzioni di realizzare le riforme necessarie.

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