Cronaca

Caso Ruby, carte ai pm, D’Alema: “Il premier ha mentito al paese”

Ruby rubacuori no censura

Sono arrivate a Milano, negli uffici della Procura, le carte relative alle indagini difensive svolte dagli avvocati Niccolò Ghedini e Pietro Longo, difensori di Silvio Berlusconi, nell’ambito del caso Ruby, che vede il premier indagato per concussione e prostituzione minorile. E’ quanto si apprende negli ambienti giudiziari.

Tra le carte inviate dai legali del Cavaliere ci sono gli ‘interrogatori’ effettuati nell’ambito delle indagini difensive a decine e decine di persone. Si tratta, stando a quanto si apprende, dei ‘racconti’ fatti anche da molte delle ospiti alle cene del presidente del Consiglio. Intanto, secondo quanto riferisce SkyTg24, oggi sarà ascoltata nuovamente dai pm Nadia Macrì, l’ex escort che giovedì scorso nel corso della trasmissione ‘Anno Zero’ ha dichiarato di aver visto Ruby a Villa San Martino il 24 aprile dello scorso anno.

La ragazza è già stata ascoltata in Procura per circa 5 ore venerdì scorso. Il verbale, fanno sapere negli ambienti giudiziari, è stato secretato ma a quanto pare la giovane avrebbe ribadito la sua ricostruzione dei fatti, e i vari episodi in cui ha incontrato Silvio Berlusconi, in Sardegna e ad Arcore, riferendo agli inquirenti i particolari di quelle visite. E’ possibile che la Macrì abbia anche consegnato agli inquirenti gli oggetti ricevuti in dono dal leader del Pdl, ma anche su questo particolare c’è il più stretto riserbo.

L’ex escort è comparsa per la prima volta nelle carte nell’ambito di una inchiesta sviluppatasi a Palermo e poi trasferita per competenza a Milano. Intanto, sul fronte politico, Massimo D’Alema, intervenuto a ’28 minuti’ su Radio Due, sottolinea: “Il premier ha mentito al paese: ha detto che non ha mai pagato una donna, che non ha mai avuto rapporti con minorenni… In un paese civile chi mente non può guidare un paese”.

D’Alema ricorda anche la telefonata in Questura: Berlusconi “ha ingannato le forze dell’ordine non è compatibile con un’idea minima di sicurezza” ed inoltre, conclude, “il fatto che Berlusconi non si sia presentato ai pm dimostra l’imbarazzo di fronte all’evidenza schiacciante di prove”.

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