Sestri Levante. “Mi sono opposto da sempre al piano delle aree ex Fit fin da quando fu presentato la prima volta in consiglio comunale. E le motivazioni, oggi, sono chiare a tutti”. Giacomo Conti, membro dell’ufficio di presidenza e consigliere regionale Federazione della Sinistra interviene nel dibattito sul progetto riguardante l’area ex Fit e sulla proposta, avanzata dal segretario della Cisl Tiziano Roncone, di installare un campo da golf.
“Dopo aver distrutto il territorio di Sestri con speculazioni – spiega Giacomo Conti -, spunta adesso una nuova proposta che, sotto la maschera della difesa del lavoro e del rilancio occupazionale, mira a svendere ancora una volta ai privati il poco territorio libero rimasto a Sestri Levante, seguendo un modello vecchio e fallimentare”.
Non è solo la proposta del campo da golf a finire sotto la lente del consigliere. Il discorso si amplia infatti sulla trasformazione degli spazi dell’ex Fabbrica italiana tubi: “Il piano di riqualificazione dell’area ex Fit, da me sempre osteggiato fin dagli albori in consiglio comunale, ha portato solo danni alla collettività, non vantaggi e occupazione: tutta l’operazione, a metà degli anni Novanta guardata con interesse anche dal sindacato, è stata una massiccia speculazione edilizia che rappresenta un vero e proprio disastro dal punto di vista sia ambientale che economico”.
“L’allora sindaco di Sestri Levante Mario Chella voleva convincere i cittadini che questa operazione sarebbe stata di utilità sociale e occupazionale – ricorda Conti – erano stati promessi 400 posti di lavoro e il rilancio dell’economia turistica. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: il prezzo delle abitazioni salito letteralmente alle stelle, e le prospettive di lavoro inesistenti. La mastodontica cementificazione ha derubato Sestri di tutte le aree che avrebbero potuto essere utilizzate anche come siti produttivi per nuove attività economiche. Questa possibilità, che avrebbe dato lavoro e prospettive alle nuove generazioni, è stata compromessa per sempre. Inoltre le nuove case hanno portato un carico di cemento e di costi alla collettività, impedendo anche l’avvio di una politica turistica”.
Con le seconde case non si fa turismo – conclude il consigliere regionale – e, oggi come oggi, dopo che la svendita del territorio è stata compiuta, sembra un insulto pensare di proseguire con una politica di speculazione e di utilizzo di quel poco territorio che rimane impiantando un campo da golf. È un insulto a quei giovani che oggi sono in cerca di occupazione”.