Genova. 1100 infortuni, di cui 220 gravi, nel settore del commercio al dettaglio e dei servizi; 600, di cui 70 gravi, in quello commercio all’ingrosso. 1050, di cui 190 gravi, nel settore alberghiero e della ristorazione.
Sono le cifre, riferite al periodo compreso tra il 2008 e il 2009, rese note nel convegno “Più cultura, più prevenzione, meno rischi” organizzato nella giornata di oggi, giovedì 2 dicembre 2010, a Genova dalla Uiltucs Liguria, il sindacato che tutela i lavoratori del turismo, del commercio e dei servizi.
All’incontro, dedicato alle nuove e vecchie disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, hanno preso parte l’assessore regionale al Lavoro Enrico Vesco, il segretario nazionale della Uiltucs Gabriele Fiorino e il segretario regionale Riccardo Serri.
Punto focale della discussione, la recente circolare emanata dal Ministero del Lavoro che obbliga le aziende del comparto ad attivare entro il 31 dicembre 2010 i protocolli di valutazione dello stress correlato al lavoro.
«Dobbiamo fare un salto culturale – spiega il segretario nazionale della Uiltucs Gabriele Fiorino – che ci consenta di applicare le norme sulla salute e la sicurezza in settori come il commercio, i servizi ed il turismo che generalmente vengono considerati meno a rischio rispetto ad altri comparti come quello industriale». «La Liguria – sottolinea – è una delle poche regioni italiane che ha stipulato accordi nelle aziende per l’istituzione dei rappresentanti territoriali per la sicurezza. È necessario – conclude Fiorino – rafforzare la contrattazione di secondo livello per dare forza alla formazione e all’informazione in materia di cultura della sicurezza».
Secondo la responsabile salute e sicurezza della Uiltucs Liguria, Giovanna Angelici, per contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro nei settori del commercio, dei servizi e del turismo è necessario puntare sulla formazione, pilastro di base per un corretto e responsabile comportamento, che dovrà essere improntato non solo alla tutela della propria incolumità ma anche di quella altrui.
«Migliorando la percezione del rischio – dichiara Angelici – si riducono gli errori umani. Occorre quindi fornire competenze adeguate per una efficace identificazione dei rischi professionali, al fine di conseguire l’eliminazione o quantomeno la riduzione degli incidenti sul lavoro nel comparto».