Santa Margherita. Un risparmio medio di 400 euro all’anno che interesserà circa 50 pubblici esercizi, con punte massime che sfondano il muro dei 1000 euro. Sono questi i numeri della riforma del Canone di occupazione del suolo pubblico presentati dal Sindaco De Marchi. Il nuovo regolamento, che sarà votato lunedì in consiglio comunale, è ricco di di buone notizie per bar e ristoranti, che non solo beneficeranno di una netta diminuzione del “plateatico”, ma anche di nuove formule di rateizzazione e di una netta semplificazione dell’impianto burocratico. Entra in scena, innanzitutto, la distinzione tra strutture fisse soggette a permesse di costruire e non: due tipologie di occupazione diversamente impattanti, diversamente sensibili agli eventi climatici e dunque diverse per redditività, che si è ritenuto opportuno diversificare sul piano tariffario.
Sparisce, invece, la tradizionale distinzione tra bar e ristoranti, sempre meno giustificata dalle recenti tendenze di mercato che registrano una sostanziale omologazione tra le due attività. Diminuisce, soprattutto, l’elevato canone per l’occupazione temporanea, atto doveroso nel momento in cui con apposita delibera di Giunta è stato vietato il rilascio di occupazioni permanenti nelle aree di pedonali.
Tra le modifiche di maggior rilievo, la possibilità di rateizzare i pagamenti per occupazioni temporanee oltre le 600 euro, e l’abrogazione dell’obbligo di rinnovare l’occupazione permanente con una comunicazione a 60 giorni dalla data di scadenza: d’ora in poi farà fede il pagamento della prima tranche.
L’auspicio del Sindaco, Roberto De Marchi, svela le finalità della riforma: “L’economia vive un momento difficile, questo vuole essere un segnale concreto che diamo al mondo dell’impresa: la nostra amministrazione è pronta a spendersi per chi crea reddito e occupazione, per sé e per gli altri. La crescita del settore commerciale e turistico è in cima alla lista delle nostre priorità. La nostra speranza è che la quota di risorse liberata venga destinata dagli esercenti a piccoli investimenti come la nascita di centri integrati di via, l’organizzazione di eventi curati direttamente dal tessuto commerciale, un calendario di aperture serali estive da parte di chi oggi preferisce chiudere alle 8 di sera”.