Costituirsi perchè essere in carcere è come essere a casa. E’ quello che deve aver pensato Paolo Anfossi, 56enne, originario di Sanremo, pluripregiudicato, noto alle forze dell’ordine per reati gravi tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso, sequestro di persona, estorsione, rapina a mano armata.
Anfossi, il 22 dicembre scorso, si è voluto costituire al capo della squadra mobile della questura di Lucca, Virigilio Russo. Ha chiesto di essere arrestato e di tornare in carcere.
“Aveva bisogno di parlare, era solo. Ha vissuto in carcere a lungo, per certi versi là si sentiva sicuro, come in famiglia”. Così spiega il gesto Russo. “Probabilmente, l’avvicinarsi delle festività ha acuito in Anfossi il senso di solitudine. Così ci ha chiamato e ha detto di trovarsi a Chiavari e di volersi costituire, ma solo a me e al mio collaboratore, Roberto Femia”.
I tre si erano conosciuti qualche anno prima, quando Anfossi viveva con una donna di Lammari, nel comune di Capannori, in provincia di Lucca. La coppia aveva anche cercato di aprire un’attività commerciale, per cambiare vita, ma lui era stato arrestato per detenzione illegale di armi da fuoco. Proprio in quei frangenti, però, Anfossi aveva apprezzato la correttezza del capo della mobile lucchese e dei suoi collaboratori, che avevano cercato di aiutarlo. Tentativi che però erano naufragati, così come il rapporto di Anfossi con la compagna.
Così dopo aver compiuto una rapina da 5 mila euro a una cassa di Risparmio a Bientina (Pisa), un tentativo di rapina all’agenzia di Chiavari del Monte dei Paschi di Siena e un’altra tentata rapina fuori del casinò di Nizza, ha deciso di cambiare vita. Ai poliziotti ha detto che non ce la faceva più e che non voleva continuare a fare del male a sé e agli altri: aveva bisogno di parlare con qualcuno e aveva pensato proprio a Russo.