Pontedecimo. Dopo i recenti avvenimenti che hanno visto protagonista l’ex direttore, il carcere di Pontedecimo è di nuovo alla ribalta della cronaca: questa volta, a finire nel mirino sono una serie di episodi avvenuti ieri a poca distanza l’uno dall’altro. In mattinata un pugno sferrato a un agente di sorveglianza da parte di un tossicodipendente italiano, già noto per le sue intemperanze, ha portato all’ospedale San Martino l’agente. Più tardi si è verificato un doppio tentativo di suicidio da parte di un detenuto italiano che prima ha cercato di ferirsi al collo e poi ha inghiottito una lametta e ora é ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale San Martino. Sempre ieri, in serata, un carcerato marocchino ha invitato due connazionali con la scusa del caffè nella sua cella e con una lametta li ha invece aggrediti violentemente.
Nel carcere di Pontedecimo la situazione è ormai a rischio collasso, con il doppio dei detenuti rispetto alla normale capienza e gli agenti della penitenziaria appena la metà. “Oltre ai problemi di sovraffollamento e di carenza di personale – denuncia Roberto Martinelli, segretario aggiunto del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria – gli agenti sono mal considerati dal comandante di reparto che li demotiva con continui rapporti disciplinari e non li fa lavorare nella condizione ideale con gravi rischi per la sicurezza degli stessi poliziotti ma anche dei detenuti. Per rendersene conto basta pensare che ieri a guardia di tre piani c’era un solo agente”.