Genova (Nervi). E’ ancora un mistero la morte della farmacista Paola Carosio, il suo compagno Germano Graziadei continua a ripetere che la donna si è suicidata, ma nel frattempo le indagini dei carabinieri della compagnia di San Martino, guidate dal comandante Pierantonio Breda, puntano su diari, agende e un computer.
Nei prossimi giorni tutto il materiale sequestrato in via Burano, dove abitava la vittima, verrà analizzato per scavare nella vita della farmacista e in quella del suo compagno, accusato di omicidio.
Gli investigatori escludono che Paola Carosio possa avere tentato il suicidio. La cinghia da bagno, considerata l’arma con cui sarebbe stata strangolata, sarebbe troppo corta per consentire alla donna di appenderla al bastone sopra alla vasca da bagno. Inoltre, proprio il bastone di legno, non avrebbe potuto reggere il peso della donna.
Per domani mattina, intanto, è stata fissata l’udienza di convalida dinnanzi al giudice per le indagini preliminari Adriana Petri. L’uomo, assistito dagli avvocati Massimo Auditore e Andrea Vernazza, continua a dichiararsi innoncente.