Genova. Era il 1983 quando Emilio Riva incontrò Claudio Burlando e gli disse a proposito dell’Ilva: “Vengo qui per restare, non di passaggio”. Passato il 2009, anno horribilis per il Gruppo, e il 2010, Emilio Riva, durante il sopralluogo odierno allo stabilimento di Cornigliano, ha tirato le somme in prossimità dello scadere dell’anno e dell’Accordo di Programma, siglato nel 2005.
“Io confermo l’impegno preso 5 anni fa con il presidente Claudio Burlando, e fin’ora non ho fatto brutta figura. La sostanza si vede: capannoni e macchinari nuovi e, poi, non presenti nell’accordo, abbiamo aggiunto altri impianti, ad esempio il district park – ha sottolineato l’industriale – Abbiamo messo un reparto che non era nell’accordo, dove produciamo per la vendita, per facilitare il commercio. I lavori che dovevamo fare secondo l’impegno preso, li abbiamo quasi ultimati: dovevamo investire quasi 800 milioni di euro e, invece, a opera finita, superemo 1 miliardo, a dispetto di quegli investitori che hanno fatto baccano per 50 milioni”.
Nel frattempo è arrivata la crisi finanziaria internazionale, con le sue ripercussioni anche a Genova. “Mi auguro che il 2011 sia migliore del biennio 2009-2010 e che possa arrivare la ripresa. Oggi però abbiamo un impegno all’avanguardia, continuo. Certo, magari ci sono 10 persone e invece una volta ce ne erano cento in un comparto, ma bisognava ridurre i costi e noi abbiamo modernizzato gli impianti, mi dicono i migliori in Europa”. Quanto al futuro, prima e dopo la cura Riva, lo zar dell’acciaio non ha dubbi: “In cinque anni ne abbiamo fatto di cose. L’industria non finisce mai, il terreno lo occuperemo tutto, e per il prossimo anno siamo disposti a investire su nuove idee ad aumentare la produzione. Nel futuro prevederei di assumere 2500 persone”.