Cronaca

Genova, incontro futuro Piaggio Aero: 300 lavoratori in presidio

Genova. Erano in 300 questa mattina, sotto la sede di Confindustia in Via S. Vincenzo a Genova, i dipendenti di Piaggio Aeroindustries che hanno protestato contro il piano industriale presentato dall’azienda e contro gli esuberi di personale.

Il presidio, è stato organizzato dalla rappresentanza sindacale unitaria Fim Fiom Uilm Genova,  in concomitanza con la ripresa delle trattative con le segreterie di Genova e Savona e con tutte le rappresentanze sindacali.

“La trattativa riprende da dove ci siamo lasciati nell’ultimo incontro – spiega Alessandro Vella, Segretario Fim Cisl Genova – cioè su quei nodi sui quali l’azienda non vuole fare passi in avanti. Noi rispediamo al mittente i 37 esuberi strutturali, l’azienda intende escludere alcuni lavoratori senza spiegare quale metro di valutazione si utilizza. Per quanto riguarda gli esuberi sulla mobilità dobbiamo trovare un accompagnamento alla pensione adeguato. Stesso discorso per chi verrà messo in cassa integrazione. Ad oggi senza queste condizioni non è possibile sottoscrivere un accordo”.
Per quanto riguarda poi  il futuro degli stabilimenti, Vella precisa: “Noi pensiamo che Genova dovrà assemblare il nuovo veivolo P1xx, ma non ci sono ancora le aree adeguate per far si che questo possa avvenire. Anche per questo, quindi, chiediamo all’azienda di scrivere nero su bianco insieme a chi dovrà dare le concessioni per le aree, in modo da permetterci di consolidare il nostro stabilimento di Sestri Ponente”.

Tante le persone che rischiano, quindi, e che lottano per un futuro adeguato.

“Oggi abbiamo il ripristino della trattativa e vedremo come proseguirà – afferma Maurizio Marchi, Rsu Piaggio. Ovviamente il tutto, se avverrà, dovrà tenere conto di alcuni punti fermi: no agli asuberi, adeguamento della mobilità, sviluppo dello stabilimento di Genova e l’integrazione ai lavori su quest’ultimo. Qui su Genova rischiano 305 persone la cassa integrazione e poi c’è il problema dei 37 o 69 esuberi strutturali, cioè persone che non hanno i requisiti pensionistici e questo è inaccettabile.”

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