Genova. I cinque dipendenti della cooperativa Bulrando, arrestati durante l’operazione “mani di fata”, hanno ammesso di aver rubato alcuni oggetti dai bagagli dei passeggeri in partenza dall’aeroporto di Genova. La confessione è avvenuta stamattina davanti al gip Ferdinando Baldini.
I cinque arrestati hanno riferito di essersi appropriati di pacchetti di sigarette e oggetti di poco conto. Uno di loro è accusato solo di tentativo di furto perché sorpreso dalle telecamere mentre tastava alcuni bagagli. L’avvocato Federico Figari, che difende i due indagati detenuti nel carcere di Marassi e altri due agli arresti domiciliari (tutti sono incensurati), per i primi due ha chiesto la revoca della misura in carcere e gli arresti domiciliari, mentre per gli altri ha chiesto che vengano rimessi in libertà. Anche l’avvocato Carlo Biondi, che assiste l’indagato di 28 anni, ha chiesto la revoca dei domiciliari.
Secondo quanto si è appreso, quest’ultimo avrebbe consegnato spontaneamente gli oggetti trafugati agli investigatori. Si tratterebbe di un portachiavi del giocatore di calcio Potenza del Catania e una maglietta di un giocatore del Werder Brema. Avrebbe detto di essere pentito e di aver fatto una sciocchezza. Degli episodi, complessivamente una ventina, un paio risalgono al luglio scorso e qualche altro a fine novembre, primi di dicembre. Tutti gli indagati hanno riferito che non erano d’accordo tra loro ma che hanno agito autonomamente. L’inchiesta del pm Paola Calleri è nata dopo che alcuni passeggeri avevano denunciato di aver subito furti di oggetti dai propri bagagli. Erano state così posizionate alcune telecamere che hanno ripreso gli indagati in azione