Genova. “Trovo quantomeno singolare che il Comune di Genova non abbia ritenuto opportuno invitare il Sappe al convegno di ieri pomeriggio a Palazzo Tursi. Avremmo sicuramente potuto fornire il nostro contributo, come rappresentati di coloro che tutti i giorni stanno a contatto con i detenuti 24 ore su 24”.
Lo scrive in una nota Roberto Martinelli, segretario del Sappe (sindacato autonomo polizia penitenziaria). “Questa insensibilità istituzionale – scrive Martinelli – mi sembra tanto più grave se capita proprio nel giorno in cui ricorrono vent’anni dall’istituzione del Corpo di Polizia Penitenziaria ed evidenzia tutte le contraddizioni di una classe politica che dice di interessarsi alla situazione penitenziaria genovese ma poi di fatto dimentica colpevolmente le donne e gli uomini della Penitenziaria che lavorano quotidianamente in prima linea nelle carceri genovesi con mille difficoltà e gravemente sotto organico”.
“Gli agenti della Penitenziaria che lavorano a Marassi e Pontedecimo – scrive Martinelli – non possono e non devono essere considerati corpi estranei nel territorio cittadino e alle sue istituzioni. L’attuale sovraffollamento è causa ed effetto di molti problemi e tensioni ma costringe principalmente a stressanti e gravose condizioni di lavoro il personale di Polizia penitenziaria, come dimostrano la cinquantina di atti di autolesionismo posti in essere a Marassi dai detenuti (per il 90% stranieri), rispetto ai quali con altissimo senso del dovere sono intervenuti gli Agenti o le gravi aggressioni – 15 in un anno – agli Agenti di Polizia penitenziaria in servizio a Marassi”.