Genova. In tempo di bilancio, la cinghia si tira anche a Palazzo Tursi. Rispetto al 2010, infatti, il Comune di Genova potrà spendere dodici milioni in meno per i servizi ai cittadini, anche se, assicura l’amministrazione, i servizi essenziali alla persona rimarranno sostanzialmente invariati. Crisi e manovra Tremonti hanno messo in seria difficoltà la programmazione finanziaria 2011, costringendo il Comune a raschiare il così detto fondo del barile.
La scure dei tagli alla spesa pubblica ha ridotto i trasferimenti a Regioni ed enti locali: così dallo Stato centrale arriveranno nel capoluogo ligure circa 30 milioni in meno rispetto allo scorso anno, con una decurtazione stimata pari al 11%.
Quanto ai trasferimenti indiretti, a seguito della manovra economica governativa, nelle casse di Tursi ci saranno 9 milioni in meno per il trasporto pubblico locale e altri 6 milioni per trasferimenti diversi. E poi c’è la questione Ici: se Enrico Musso qualche tempo fa aveva sollecitato la Sindaco a porgere le sue scuse al ministro Tremonti, oggi Marta Vincenzi, invece, fa sapere: “Da notizie apparse sulla stampa sembrava assodato e invece è ancora incerto il rimborso del mancato trasferimento Ici prima casa 2008, anno in cui al Comune erano stati rimborsati 8 milioni in meno rispetto al dovuto”. Altra decurtazione viene registrata dall’amministrazione per i rimborsi dovuti Ici categioria D: 2,2 milioni. Inoltre, è terminato il rimborso dallo Stato per oneri mutui metropolitana per 4,9 milioni. In tutto, dunque, rispetto al 2010, la Giunta Vincenzi ha fatto i conti con 60 milioni in meno di trasferimenti da Stato e Regione.
“E per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione – fa sapere l’assessore al Bilancio, Francesco Miceli – non è stata approvata dallo Stato la proroga della normativa in vigore che consentiva da anni di utilizzare per le spese correnti il 50% degli oneri di urbanizzazione, che per Genova ammontavano a 5 milioni di euro”.
Il Comune, per stilare il bilancio di previsione 2011, si è mosso su due fronti: per quanto riguarda le entrate “abbiamo puntato sulla massimizzazione dei proventi, ad esempio con la lotta all’evasione (10 milioni di euro) o sul rendimento delle società (18 milioni di euro gli utili previsti). E abbiamo previsto dismissioni di quote azionarie e del patrimonio”. Sulla spesa corrente, invece, l’azione comunale si è concentrata sul risparmio: ridotte le spese del personale per 8 milioni di euro, rinegoziati i mutui con un beneficio di 1, 4 milioni di euro e un’ulteriore razionalizzazione delle spese generali.