Genova. Alla luce del Bilancio Regionale, la UIL di Genova e della Liguria analizza le scelte della Regione Liguria.
“Ciò che la UIL di Genova e della Liguria avrebbe voluto vedere è il più coraggioso di tutti i tagli, quello agli sprechi, e la più coraggiosa di tutte le scelte, ovvero liberare le risorse necessarie per gli investimenti”, si legge nel comunicato rilasciato dal sindacato.
“Avremmo voluto vedere una razionalizzazione di FILSE, capire meglio i costi della megastruttura finanziaria della Regione, eliminare le agenzie regionali facendo rientrare le attività come il Centro ricerca e innovazione, quando abbiamo invece assistito alla nascita di quella sanitaria. E poi, affrontare il discorso DATASIEL, facendo rientrare tutte le attività svolte dalla Regione nelle funzioni e nel ruolo del personale, e capire perché si vende il patrimonio della sanità, quello strategico, per poi prendere in affitto locali con costi che in 3- 4 anni andranno a superare l’introito delle vendite.”
Nel quadro della riorganizzazione, per la UIL di Genova e della Liguria, la vera sfida è razionalizzare valorizzando l’occupazione. “Tuttavia è positivo che la Regione Liguria abbia scelto di ridurre l’impatto sui servizi ritenuti essenziali, ovvero: salute sociale e trasporti. Ma quando a livello nazionale si sceglie di non finanziare il “Fondo per la non autosufficienza”, di utilizzare criteri di riparto della spesa sanitaria, che non corrispondono alle peculiarità della popolazione ligure e si tagliano i finanziamenti ai trasporti regionali: si incide negativamente sulla vita dei cittadini.”
“Quando si azzerano i finanziamenti, come il Fondo Unico per l’impresa”, continua il comunicato, “che servono ad indirizzare corrette politiche regionali di riequilibrio territoriale, si mette in discussione anche l’occupazione, che nonostante la lieve diminuzione di ricorso alla cassa integrazione nell’ultimo mese continua a preoccuparci. Per queste ragioni dobbiamo impegnarci per portare avanti le 5 proposte avanzate da CGIL CISL e UIL (e Confindustria) alla Regione Liguria . In particolare nel 2011 dobbiamo lavorare per fare sistema, per rilanciare l’occupazione e per riproporre uno nuovo modello di impresa. In poche parole occorre una crescita progressiva a impatto sociale zero e che metta in campo le intelligenze della Liguria.”