Regione. “Abbiamo presentato un’ interrogazione al Consiglio Regionale per fare luce sugli eventi con la speranza che l’assessore alla Sanità Montaldo ed il presidente Burlando si assumano le proprie responsabilità, almeno di fronte ad una sentenza, e non si arrampichino sugli specchi come sempre, negando più volte, in ogni contesto, l’evidenza dei fatti in oggetto”. Lo affermano i consiglieri regionali Aldo Siri e Lorenzo Pellerano (Lista Biasotti) parlando della Asl 3 Genovese “che ha speso ben 654mila euro per attività di comunicazione, gran parte dei quali destinati a spot televisivi andati in onda in piena campagna elettorale per le ultime elezioni Regionali; spot nei quali si assisteva ad una vera e propria auto-celebrazione della stessa Asl3 nonché della medesima dirigenza che addirittura compariva nei filmati.
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha finalmente stabilito che tale pubblicità – osservano i Consiglieri – è andata in onda in periodo di applicazione della legge n°28 del 2000 (quella sulla par condicio) che consente solo attività di comunicazione istituzionale effettuate dall’ amministrazione pubblica in forma impersonale e indispensabili per l’efficace assolvimento delle sue funzioni, decretando, inoltre, che tali requisiti nel caso incriminato non esistono. Non quello di impersonalità in quanto negli spot compare in prima persona proprio il Direttore Generale dell’Asl Genovese, dottoressa Canini, neppure quello di indispensabilità in quanto una più attenta programmazione dell’attività di comunicazione avrebbe potuto evitare la diffusione degli spot nel periodo di campagna elettorale.
L’Autorità ha emesso una precisa sentenza di violazione della legge commessa dalla Asl 3 la quale – dicono ancora Siri e Pellerano – non solo ha violato la legge ma lo ha fatto utilizzando soldi, e non pochi, dei cittadini destinati alla salute degli stessi, e per supportare la rielezione a Presidente di Burlando. Siamo in piena crisi, parliamo ogni giorno di tagli e razionalizzazione per evitare gli sprechi, specialmente nel settore della Sanità, ebbene ora siamo ufficialmente in presenza di uno spreco, ancora più grave – evidenziano i consiglieri – perché evidentemente premeditato, in quanto deliberato e messo a bilancio con largo anticipo, e con secondi scopi, ovvero finalizzato a beneficiare i singoli piuttosto che la collettività”.