Cronaca

Genova, anche l’Unione degli Studenti partecipa alla manifestazione per lo stato sociale

Protesta studenti contro Gelmini

Genova. L’autunno caldo della scuola superiore genovese, iniziato due settimane fa con una manifestazione di circa 3000 ragazzi per le vie del centro, prosegue in questa settimana con una serie di iniziative di protesta. Giovedì l’Unione degli studenti (Uds) ha stilato un programma di lotta piuttosto articolato in un’assemblea generale a cui hanno partecipato più di 100 studenti di tutte le scuole genovesi.

Gli studenti riuniti in assemblea hanno deciso oltre ai cortei di bloccare anche le scuole, come sta succedendo in Francia per la riforma delle pensioni e in molte parti d’Italia in questi giorni per i tagli all’istruzione pubblica.
“Istituti e facoltà sparsi per il Paese- scrive in una nota l’Uds -sono stati bloccate per rivendicare un futuro che ci è stato rapito, una formazione pubblica contrapposta alla svendita che il governo sta facendo dell’Istruzione. Vogliamo costruire un’altra scuola dal basso, dal protagonismo delle studentesse e degli studenti.

Per questo le iniziative messe in campo non si fermano alla sola protesta, stiamo mettendo in campo una mobilitazione permanente che veda il 4 novembre come un punto di partenza per discutere nelle scuole dell’AltraRiforma (un documento stilato nei mesi scorsi da migliaia di studenti in tutta Italia, che rivendica una scuola totalmente differente da quella attuale), per creare una didattica alternativa e per innalzare il livello del conflitto.

Un percorso che si concluderà con un corteo il 17 novembre, giornata internazionale per il diritto allo studio, e che intende spingersi oltre fino a esigere lo sciopero generale del mondo della formazione e del lavoro.
Abbiamo deciso proprio per questo di partecipare anche al corteo pomeridiano (ore 17.00 piazza De Ferrari) indetto dalla coperativa Oltre il Giardino e a cui aderiranno tutte le realtà sociali genovesi, per rivendicare un futuro che ci è stato negato e per unire le lotte degli studenti a quelle dei lavoratori precari”.

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