Genova, anche i professori contro la Gelmini: “Tagliare i fondi è un atto criminale”

17 novembre

Genova. Non solo studenti, ma anche i professori sono scesi oggi in piazza a Genova per protestare contro i tagli alla cultura, denunciare la situazione di crisi dell’istruzione e rivendicare il diritto allo studio.

I docenti si sono uniti ad un cordone di centinaia di persone, tra studenti delle scuole, precari e universitari, sfilando per le vie del centro con slogan e striscioni.

“In un momento come questo è importante essere vicino ai ragazzi perché il loro futuro è quello della nazione – ha spiegato Marinella Di Fazio insegnante di storia dell’arte a liceo Cassini – Mi sembra un grosso errore decurtare delle risorse nella formazione dei ragazzi, è un atto criminale, soprattutto nel periodo di crisi che stiamo vivendo. La Gelmini non si rende conto di quale è la situazione. Proprio in questo momento di difficoltà dovremmo impegnarci ancora di più per risollevare la cultura, perché in Italia abbiamo questa grande risorsa che, se messa in moto, può dare lavoro veramente a tanti giovani, non solo nel settore dei beni culturali ma anche in quello dei servizi e nel sistema Paese. Va cambiata la visione del futuro in questa riforma, non si può continuare con i tagli continuando a spendere cntinaia di milioni di euro per enti inutili”.

“Il primo problema di questa riforma – ha sottolineato Enrico Tassella, docente al liceo Cassini – riguarda la qualità delle aule scolastiche che sono l’esempio del disinteresse in questo Paese per le strutture pubbliche, un disinteresse che dura da generazioni ovviamente, che non è solo responsabilità di questo Governo. Le scelte che vengono fatte in questo momento su cosa deve essere tagliato sono molto pesanti. L’altra questione riguarda il numero degli studenti rispetto ai docenti. Le statistiche spesso danno una rappresentazione falsa. Il numero degli studenti arriva anche a 33 unità in una classe e probabilmente tenderà a crescere in futuro”

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