Genova. Coinvolgere gli enti locali per creare un soggetto autonomo che dialoghi con la città e le regioni limitrofe e far nascere un osservatorio di comitato di vigilanza per discutere lo stato di avanzamento del piano industriale.
Sono questi gli obiettivi del coordinamento lavoratori del porto e dell’indotto, insieme alla Uilt Ligure e alla Uil Regionale, che da un anno lavora per creare una nuova cultura sindacale e nuovi intenti, e che oggi si è riunito per parlare della delicatissima fase che sta vivendo il porto di Genova.
“Il nostro progetto – afferma Alba Lizzambri, segretario confederale Uil Genova e Liguria – vuole coinvolgere i cittadini che fino ad ora non hanno vissuto le problematiche del porto, se non passivamente. Tutti assieme possiamo uscire da questi problemi”.
Un esempio di quello che realmente si può fare per lo sviluppo del porto lo dà Fuori Muro, l’azienda, con 106 dipendenti, che ha rilevato Ferport dal gruppo Fs. “Abbiamo rilanciato il progetto della mobilità su ferro, – spiega Luca Rinninella, delegato sindacale Uil Trasporti per Fuori Muro – in modo da diminuire l’impatto ambientale e nel frattempo risparmiare. Sono investimenti che possono collegare meglio il porto. Ma ci vuole l’impegno da parte di tutte le istituzioni. Oggi a mostrare interesse per le nostre idee è stata solo l’Autorità Portuale”.
All’incontro hanno partecipato anche Marco Odone, segretario generale Uil Trasporti Liguria; Bruno Giubellini, segretario Uil Trasporti Liguria; Pier Angelo Massa, segretario generale della Uil di Genova e della Liguria; Walter Massardo, responsabile coordinamento Delegati Porto e Indotto Uilt.