Genova. Duecento mila euro per far saltare la partita Italia-Serbia: è quanto avrebbero intascato gli ultras autori dei disordini che hanno proiettato Genova all’attenzione internazionale. Almeno 60 tifosi serbi sarebbero stati pagati per creare confusione in città e nello stadio Ferraris, e così provocare la sospensione della gara di qualificazione agli Europei del 2012 contro la nazionale di Cesare Prandelli.
E’ quanto scrive il quotidiano filogovernativo serbo “Politika”, citando fonti vicine alle indagini. “Oltre 200 mila euro sono stati pagati a più di 60 hooligans per l’organizzazione, il viaggio, l’equipaggiamento e creare i disordini che hanno fatto fermare la partita di Genova” si legge in “Politika”.
Sempre secondo il giornale serbo, a finanziare l’operazione sarebbero stati due capi di gang criminali che al momento risultano latitanti: in particolare, si tratterebbe di un narcotrafficante specializzato anche nel riciclaggio di denaro sporco, e di un’altra persona sospettata di essere al comando di una organizzazione a cui è attribuito uno svariato numero di omicidi, rapine e di altri gravi reati.
L’articolo pubblicato dal quotidiano evidenzia anche come i due avrebbero finanziato i disordini perché “interessati a creare caos all’interno dello Stato” serbo. “Tutto è ancora sotto indagine e in corso di verifica delle informazioni” precisa la fonte, che vuole rimanere anonima, consultata dai giornalisti di Belgrado.
Non solo ideologia nazionalistica e intemperanza vandalica all’origine dei disordini, che hanno trovato in Ivan Bogdanov la loro espressione emblematica, ma – secondo la ricostruzione del giornale serbo – l’attività criminale di precisi mandanti.