Ivan Bogdanov spopola su Facebook. Pro e contro di lui si sono aperti nei giorni scorsi vari gruppi e profili sul più conosciuto social network.
Tatuaggi e passamontagna, pronto ad incitare i compagni, così ha scioccato tutta Italia, mentre su facebook è già un divo. “Jedan je Ivan Bogdanov” è la prima pagina inaugurata dai serbi. Nocevento gli iscritti e una serie di messaggi di congratulazioni: “sono orgoglioso di te perchè il Kosovo è la Serbia”, “ti appoggiamo”, “avanti così Ivan”. Non manca nemmeno il filmato in cui il capo degli ultras brucia la bandiera albanese, anche per questo suo gesto tanti i commenti positivi sul social network.
Simile un altro profilo, questa volta italiano, ma più curioso. Pare proprio che sia Ivan a parlare e nella descrizione che fa di sé dice di essere un “missionario di pace, giro l’Europa in cerca di prati verdi dove poter cantare canzoni d’amore con i miei amici”.
In bacheca il presunto Ivan commenta i fatti accaduti: “ci avete bombardato, ci avete ridotto alla fame, avete appoggiato chi ci ha rubato la terra… ora vi arrabbiate perché non vi abbiamo fatto vedere una partita?” e ancora “non emulatemi, non fate quello che io ho fatto, ho sbagliato e lo ammetto: quando scappate dalle guardie, non ficcatevi nel vano motore o bagagliaio di un pullman. Rubate direttamente una macchina della polizia”. Boom di iscritti, nel giro di tre giorni sono già più di quattrordici mila.
Fortunatamente però ecco comparire anche un gruppo contrario, scarse, però, le iscrizioni: si fermano a quota 500.
Il dubbio a questo punto è lecito: si tratta di pura ironicità oppure davvero chi inneggia alla violenza è il nuovo “eroe” del 2000, applaudito dalla piazza virtuale?