Cronaca

Italia-Serbia: tanta paura in campo, festa rovinata

Genova. Doveva essere un evento sportivo, una partita di calcio. Doveva essere un’occasione per ricordare i 4 alpini uccisi sabato scorso a Farah, in Afghanistan. La partita Italia-Serbia valevole per le qualificazioni Euro 2012 non è nulla di tutto questo.

Circa 1.600 ultras della Serbia sono confinati nel settore ospiti, in una vera e propria ‘gabbia’. A dieci minuti dal fischio d’inizio della partita è cominciato un lancio di fumogeni prima verso l’adiacente gradinata nord, riempita da sostenitori dell’Italia, poi verso il campo. La polizia, in assetto antisommossa, è rimasta schierata per qualche minuto a bordo campo al di là della recinzione che circonda i tifosi stranieri e un’idrante è stato aperto verso di loro.

Molte scolaresche che erano presenti al Marassi hanno già abbandonato lo stadio.

Anche il portiere titolare della Serbia, Vladimir Stoikovic, che doveva giocare il match questa sera a Genova ha chiesto di non scendere in campo, dopo che alcuni ultras serbi al seguito della squadra lo avevano minacciato incrociandolo fuori dall’albergo e avevano tentato l’assalto al pullman della squadra.

La tensione nel centro di Genova si era già sentita, quando alcuni tifosi serbi facinorosi sono entrati in contatto con la polizia dopo un fitto lancio di bottiglie.

I giocatori della Serbia, rientrati in campo, si sono avvicinati sotto la curva degli ospiti, cercando invano di placare gli animi dei loro sostenitori.

La partita, ristabilito l’ordine, con quasi un’ora di ritardo ha ripreso con il canto degli inni nazionali. Ma, dopo pochi minuti di gioco, la partita è stata sospesa ulteriormente in seguito al lancio di altri fumogeni in campo.

L’arbitro, dopo il secondo lancio dei bengala in campo ha poi deciso di chiudere definitivamente la partita per salvaguardare l’incolumità dei calciatori.

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