Genova. Protesta congiunta dei ricercatori universitari e dei musicisti del Teatro Carlo Felice contro i tagli alla cultura. Ieri, nel tardo pomeriggio, davanti all’entrata di palazzo Ducale, le note del pianoforte ed il coro del famoso teatro genovese, hanno attratto l’attenzione dei passanti su uno dei problemi focali che alcune categorie lavorative stanno affrontando in questo periodo.
“Da quando è stato deciso lo spostamento al 14 ottobre della discussione alla Camera sul Ddl Gelmini, una strana febbre sembra essersi impossessata dei rettori, del ministro e della Confindustria, quasi una fregola di approvazione. Bisogna votare subito, si dice per evitare l’affossamento della riforma, nonostante i pesanti limiti che in molti, anche tra i rettori e la maggioranza cominciano ad intravedere – spiegano i ricercatori liguri – una presa di coscienza cominciata quando i ricercatori hanno indicato precisamente i punti critici di una riforma che: consegna il controllo dell’università in mano a pochi professori e rettori; non premia veramente il merito, ma lo precarizza ulteriormente; vuole aumentare oltremodo l’insegnamento didattico (non obbligatorio per ruolo) a scapito della ricerca; fa un omeggio puramente verbale al diritto allo studio, senza prevedere percorsi chiari, dotati di risorse finanziarie per garantire lo studio dei capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi (art. 34 Cost.)”.