Genova. Il processo per l’omicidio di Antonella Biggi, uccisa nelle prime ore del 28 aprile 2006, che vede come unico imputato l’ex fidanzato della ragazza, Luca Delfino, sembra indirizzarsi a favore dell’imputato.
Anche oggi il più soddisfatto al termine delle varie deposizioni è stato il difensore del giovane già condannato dal tribunale di Sanremo a 18 anni per l’omicidio della ex fidanzata Maria Antonietta Multari
Sia i testimoni ascoltati durante il dibattimento di questa mattina, sia quelli delle udienze delle scorse settimane hanno ricordi vaghi e offuscati di quanto accadde quella notte di quattro anni fa.
Questa mattina è stato il turno di Erika Dellacasa, giornalista di Il Corriere della Sera. Ha ricordato di aver riferito alla polizia, il giorno successivo all’omicidio, che intorno alla mezzanotte della sera prima un gruppo di nordafricani ubriachi avevano infastidito e pesantemente insultato alcune ragazze a poca distanza da dove è avvenuto l’omicidio. E’ indubbio che questo racconto possa scalfire le eventuali certezze della corte e spostare l’attenzione da Delfino a quella di una tentata aggressione da parte di uno sconosciuto.
Oltre alla giornalista hanno deposto anche due ragazzi che sono stati, presumibilmente, tra gli ultimi a parlare con Antonella prima della sua morte.
I due amici, che si trovavano a poca distanza da via Mascheroni, hanno assistito ad un diverbio tra la coppia, intorno all’1 e 30 del 28 aprile, circa un’ora prima che la Biggi fosse rinvenuta priva di vita nei vicoli. Ma la ricostruzione dei due è stata approssimativa e il pubblico ministero, Enrco Zucca, è intervenuto più volte per sollecitare i testimoni a ricostruire fatti in maniera più accurata. Il PM ha dovuto fare ricorso più volte alle deposizioni rilasciate dai due nei giorni successivi all’omicidio, proprio per aiutarli a ricordare i fatti.
Entrambi concordano sì sulla piccola scenata di gelosia compiuta da Delfino alla Biggi, ma per uno di loro Roberto Q., cantante genovese, “era una cosa da poco ed è durata un paio di minuti”, per l’altro Dario D. la discussione fu lunga ed accesa.
L’accusa ha usato anche le immagini registrate da alcune telecamere di sorveglianza nelle quali si vedono la vittima e l’imputato mentre parlano seduti su un muretto, ma lo stesso Delfino sembra scambiare qualche battuta anche con Roberto e altre persone verso l’1 e 40 del mattino.
“Ti mollo, ti mollo per sempre” queste le parole che la Biggi diceva in direzione di Delfino mentre lui curiosava sul cellulare della giovane. La discussione era infatti nata perché Roberto Q. aveva chiesto alla Biggi, con la quale aveva appena finito di cantare un paio di canzoni nella piazzetta, di poter usare il suo cellulare per mandare un sms, cosa che non gli riuscì perché il telefonino della Biggi era senza credito. Fu a quel punto che Delfino prese dalle mani di Roberto il cellulare e incominciò a controllarlo.
Il cantante ha anche ricordato come Delfino “aveva cercato di darle dei bacetti, come per fare pace. Ma lei non ne voleva sapere”, su tutto il resto è “buio pesto” i testimoni faticano a ricordare gli orari precisi, e molto spesso si contraddicono a vicenda nella ricostruzione dei fatti. Senza contare che hanno entrambi ammesso che quella sera avevano bevuto alcune bottiglie di vino e uno (Roberto Q.) di aver fumato anche uno spinello.
Luca Delfino era presente in aula, sempre attento e con lo stesso sguardo glaciale che lo ha contraddistinto nel corso del processo sanremese. Le testimonianze di questa mattina non rinforzano la tesi sulla sua colpevolezza, spesso data per scontata da addetti ai lavori e dai mezzi di comunicazione. Una diversa verità giudiziaria potrebbe essere scritta tra pochi mesi alla fine del dibattimento.