Genova. Sabato 11 febbraio alle 21 Gioele Dix presenta al Teatro dell’Archivolto Vorrei essere figlio di un uomo felice, in cui racconta e approfondisce alla sua maniera una vicenda letteraria e umana fitta di simboli, offrendoci un recital vivace e documentato, fra suggestioni colte, rimandi alla contemporaneità e affondi di feroce ironia. Sviluppato a partire dal reading presentato qualche tempo fa all’interno del progetto sull’Odissea di Sergio Maifredi, lo spettacolo, attraverso l’omaggio a Omero, ci parla dei padri e dei figli di oggi.
Per Gioele Dix Omero è un navigato sceneggiatore che ritarda il più possibile l’entrata in scena del suo primo attore, in effetti per ben quattro canti, quelli da cui prende spunto Vorrei essere figlio di un uomo felice. In questa prima parte del poema omerico, Ulisse è assente e lontano e nella sua patria, Itaca, nessuno sa se sia ancora vivo e se mai farà ritorno. Persino fra le vette dell’Olimpo regna l’incertezza, e gli dei discutono a lungo sulla sua sorte. Tutto accadrà – o meglio, verrà rievocato da Ulisse in una sorta di lungo flashback – dal quinto canto in poi. È forse per questo motivo che i primi canti dell’Odissea sono meno conosciuti e frequentati. Eppure, in essi si racconta di un altro viaggio, meno spettacolare, ma altrettanto determinante, quello del figlio di Ulisse alla ricerca del padre. Un breve, ma intenso romanzo di formazione in cui il figlio del protagonista prova a uscire dall’ombra e imparare a crescere. Ispirato e guidato dalla dea Atena, Telemaco parte sulle tracce dell’illustre e ingombrante genitore che non ha mai conosciuto. In un lungo itinerario per mare e per terra fitto di incontri rivelatori, il giovane prenderà consapevolezza di sé e del proprio destino. E quando, nel sedicesimo canto, Ulisse e Telemaco finalmente si incontreranno, l’eroe invecchiato e sfiancato da una guerra inutile abbraccerà commosso il giovane uomo cui cedere il suo scettro. La figura di Telemaco incarna dunque la sorte di tutti i figli costretti a combattere per meritarsi l’eredità dei propri padri.
Biglietti da 7,50 a 22 euro.