Segen, Samir, Abbas,Herina, Maryam, Osedyane, Albayomi sono alcuni dei nomi dei ragazzi le cui storie drammatiche vengono raccontate nel libro dei due giornalisti Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, che sarà presentato alla Sala La Claque. Storie terribili, che fanno male al cuore, di adolescenti, o poco più, che prima di arrivare a mettere piede sui gommoni che forse li porteranno in salvo, ne hanno passate di tutti i colori, tra sevizie e violenze nei lager libici.
Ognuno di questi ragazzi ha lasciato il proprio villaggio, la propria famiglia, chi per miseria, chi perché costretto da persecuzioni, chi per inseguire un proprio sogno. Un sogno che per essere raggiungibile ha un percorso di brutalità fino alla riduzione in schiavitù che va al di là di ogni possibile immaginazione.
Viviano e Ziniti mettono in luce che il pericolo, per questa nuova generazione di migranti, non viene solo dal mare, ma soprattutto parte già dal loro continente in cui si imbattono inevitabilmente in quei trafficanti che li trasformano in merce umana di scambio, da vendere come forza lavoro o da rinchiudere, fin tanto che non si ottiene il pagamento di un riscatto.
Sono pagine che, con una crudezza indispensabile capace di scalfire ogni ottusità, raccolgono le testimonianze di chi è riuscito a fuggire e oggi, a fatica, riesce a parlare del suo inferno agli operatori di Medici senza frontiere. Da queste pagine che trasudano sangue emerge in maniera prepotente quello che l’Italia e l’Europa non vogliono sentire e vedere, dimentiche di quei valori risorti dalle ceneri di un’Europa dilaniata dagli orrori del nazismo.