Il violino di Niccolò Paganini (1782 – 1840) fu costruito a Cremona nel 1743 dal liutaio Bartolomeo Giuseppe Guarneri (1698 – 1744) detto “del Gesù”. Paganini probabilmente lo ricevette in dono nel 1802 a Livorno e lo predilesse tra tutti gli strumenti che possedeva, chiamandolo affettuosamente “il mio cannone violino” per la pienezza del suono.
Il Cannone è uno strumento unico perché le sue parti principali sono giunte intatte fino a noi ed il suo valore è accresciuto dal prestigio del celebre proprietario. La vernice è ancora quella originale e, nella parte terminale della tavola armonica, reca il segno dell’uso da parte di Paganini che, come tutti i suoi contemporanei, suonava senza usare la mentoniera, poggiando il mento direttamente sullo strumento.
Il Cannone divenne un eccezionale partner per i virtuosismi di Paganini che, grazie anche alla straordinaria estensione delle dita della mano sinistra, sviluppò nuove tecniche violinistiche sfruttando al massimo le potenzialità dello strumento. Niccolò Paganini, secondo una precisa disposizione testamentaria, lasciò il Cannone alla sua città natale, Genova, “onde sia perpetuamente conservato”.
Il concerto è sostenuto dalla Fondazione Enzo Hruby che collabora con la Fondazione Teatro Carlo Felice, il Comune di Genova e con l’Associazione Amici di Paganini, nell’ambito del Paganini Genova Festival.
“La forza misteriosa con la quale riesce a commuoverci, oltre a Liszt, la possiede solamente Paganini”
(Robert Schumann)
Paganini (e non solo) – Concerto celebrativo di Niccolò Paganini
Daniel Smith, direttore
Laura Marzadori, violino
Gioachino Rossini, Ouverture da “Il Signor Bruschino”
Niccolò Paganini
Concerto n. 4 per violino e orchestra in re minore op. M.S. 60*
Allegro maestoso – Adagio flebile con sentimento – Rondo galante. Andantino gaio
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 4 in Si bemolle maggiore op. 60
Adagio/Allegro vivace – Adagio – Allegro molto e vivace/Un poco meno allegro – Allegro ma non troppo