Genova. Palmaro, un nome antico ed evocativo, che riporta a tempi in cui dai monti alla spiaggia era un susseguirsi di campi coltivati, alberi e case rurali. Oggi di tutto ciò non è praticamente rimasto nulla, tra porto, ferrovia e autostrade: ma la situazione, se possibile, sta ancora peggiorando.
Ce lo raccontano i residenti del quartiere, incastrato tra Pra’ e Voltri e schiacciato dalle servitù industriali di una città, Genova, sempre con la testa troppo distante: “Sono almeno 30 anni che chiediamo alle istituzioni di fare qualcosa per poter vivere serenamente – ci raccontano – ad oggi abbiamo sentito solo promesse, e continuiamo a non dormire”. Sì perché se per molte zone della nostra città attraversate dai tracciati autostradali con la rimozione delle barriere antirumore di questi ultimi mesi sono iniziati gli incubi, a Palmaro questa situazione si è andata a sommare ad un disagio sopportato da decadi.
In questo punto della città, infatti, l’ A10 viaggia su due livelli: la tratta verso Savona, la più recente, costruito durante gli anni 70, è costituita da una complanare, mentre il tratto verso Genova, il più antico, risalente a fine degli anni 60, viaggia a livello case. “Quest’ultimo non ha mai avuto nessuna barriera anti rumore, i camion è come averli in giardino, mentre per la complanare verso Ventimiglia, è solo dopo una causa vinta da un cittadino che sono comparse le barriere, poi rimosse perché a seguito delle inchieste della magistratura”.
A raccontarci la vicenda è Roberto Di Somma, residente e presidente del Comitato Palmaro: “L’anno scorso abbiamo fatto delle rilevazioni audiometriche sul posto, pagando un tecnico certificato e specializzato, rilevando sforamenti praticamente continui h24 delle soglie di rumore previsto dalla legge. Senza contare tutto quello che respiriamo ogni giorno con migliaia di mezzi che passano tra le case”. Una situazione da tempo insostenibile, ma che adesso è diventata insopportabile: “Stiamo però coinvolgendo gli abitanti che sono interessati da questo continua disagio, e seguiti da un nostro legale, prepareremo tanti singoli esposti per chiedere risarcimenti per questa situazione inaccettabile”.
Secondo quanto comunicato da Aspi, al momento la pratica per la ricollocazione delle barriere è in attesa di una risposta del Mit. Un intervento di sostituzione che costerà almeno 150 milioni e che durerà diversi anni, partendo dalle situazioni più urgenti, cioè dove esistono maggiori concentrazioni di edifici. Ai residenti di Palmaro, però, non basta: “Era stato fatto un progetto per coprire totalmente la tratta, con una superficie insonorizzante al 100% e calpestabile, cosa che avrebbe ricucito il quartiere. Oggi, dopo più di trent’anni di attesa, lo sole barriere non possono bastare“.