Nuova protesta

Chiusi a San Valentino, la rabbia dei ristoratori: “Presi in giro, lunedì consegneremo le chiavi in Prefettura”

Possibile anche un passaggio in Regione "dove daremo indietro le nostre licenze". Appuntamento dalle 15 in largo Lanfranco

Protesta ristoratori 25 gennaio

Genova. Ci avevano sperato di poter lavorare ancora un po’. Poi negli ultimi giorni, quando i dati puntuali – confermati dal monitoraggio dell’ISS di oggi – hanno fatto intuire che il colore della Liguria sarebbe tornato arancione hanno sperato che per lo meno il passaggio di colore arrivasse lunedì salvando il pranzo di San Valentino. Invece niente: la nuova zona arancione scatterà all’alba di domenica e i ristoratori genovesi e liguri ora stanno cercando in tutta fretta di convertire, dove possibile, in asporto le numerose prenotazioni raccolte per il pranzo della festa degli innamorati.

La doccia fredda poteva non essere del tutto inaspettata certo ma ora tra le chat e i gruppi dei ristoratori, soprattutto quelli che sono scesi in piazza a Genova in queste settimane, anche quando i ristoranti erano aperti a pranzo, lo sgomento è tanto, misto a rabbia.

“Immagino e mi auguro che lunedì saremo più dell’ultima volta tanto ora non lavora più nessuno “commenta amaro Marco Guandalini dell’antica trattoria Semino di Busalla, uno dei fondatori del gruppo #ristoratoriunitiliguria.

L’appuntamento per la quarta settimana di fila lunedì 15 febbraio dalle 15 davanti alla Prefettura: “Questa volta – consegneremo le chiavi dei nostri locali simbolicamente davanti al palazzo del Governo – spiega – e probabilmente andremo anche in Regione dove simbolicamente lasceremo le nostre licenze”.

“Siamo profondamente arrabbiati” dice Samanta Fontolan Mazza della trattoria da Franca. “E’ un’ennesima presa in giro perché così ci fanno perdere una domenica che ci avrebbe portato un po’ di respiro”.

Per il resto le richieste dei ristoratori non cambiano “visto che fra l’altro sono state disattese. O ci danno un po’ di certezze e ci fanno lavorare visto che le misure di sicurezza le abbiamo e i controlli possono farli, oppure ci chiudano ma a questo punto basta bollette e tasse perché non possiamo continuare a pagare migliaia di euro per essere chiusi ogni due per tre”.

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