Genova. Il nuovo maxi cantiere in A7? “Andrà a finire come quest’estate, con tantissime code e traffico in tilt. E da quello che sappiamo ci saranno altri cantieri altrettanto invasivi almeno fino a marzo”. A lanciare l’allarme è Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di TrasportoUnito, preoccupato per le conseguenze della chiusura di una corsia sul tratto Genova Ovest-Genova Bolzaneto a partire dalla mattina del 19 gennaio.
Le misure di mitigazione studiate nel comitato per la viabilità in prefettura non convincono e comunque i diretti interessati non sono stati formalmente interpellati. E infatti per venerdì l’assessore Andrea Benveduti ha convocato un nuovo tavolo della logistica con Autostrade, il ministero dei Trasporti e le associazioni di categoria per provare a trovare la quadra. L’appuntamento è alle 10 del mattino.
“Il problema – spiega Tagnochetti – è che la A26, che viene proposta come alternativa, non è pienamente percorribile. Tutto questo andrà nuovamente a complicarci la vita. Quelli che arrivano da Ponente, costretti a prendere la A7 per andare a Levante, si immetteranno su una sola corsia come quelli che entrano a Genova Ovest. Non so come faranno a gestire tutto questo. Ci saranno code di camion fino in lungomare Canepa, succederà come a giugno”.
La prima misura per evitare il caos, come comunicato da Autostrade, è l’invito a non passare da Genova per il traffico di attraversamento. I camionisti in uscita dal varco Derna e dal varco Etiopia saranno invitati a proseguire in via della Superba (o lungomare Canepa con inversione di marcia in via Chiesa) per entrare a Genova Aeroporto e da qui A10-A26 verso Nord. Ma così ltre all’ingorgo sulla direttrice della Valpolcevera, si rischia l’effetto a catena sulla A10 e sul Ponente.
“Purtroppo i danni si sommeranno a quelli degli scorsi mesi. Non capiamo perché non sia possibile eseguire i lavori tutti insieme sulla stessa tratta autostradale, anziché chiudere prima per le gallerie, poi per le barriere fonoassorbenti, ora per i guard-rail”. L’altro tema è l’operatività del porto che purtroppo non aiuta: “Se i terminal lavorassero dalle 4 del mattino vorrebbe dire togliersi un pezzo di traffico. Invece così avremo di nuovo molti problemi”, insiste Tagnochetti.
Ma c’è anche chi guarda oltre. “Forse non è chiaro che al di là dei problemi che toccheremo con mano per circa 30-60 giorni la questione più importante è che avremo delle ripercussioni a lungo termine con la possibile perdita delle linee che attualmente interessano Genova – ammoniscono Franco D’Artizio e Gioacchino D’Andria, segretario e presidente della Fai Conftrasporto – Cosa vuol dire ? Che una volta persa una linea, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno alcuni anni per riportarla a Genova con un danno incommensurabile“.
“Il tavolo che convochiamo oggi vuole dare voce unitaria alle nostre imprese, preoccupate dai riflessi economici negativi, che in qualche modo il nostro territorio andrà ancora una volta a subire. Fatti drammaticamente reali e non narrative” dice l’assessore allo sviluppo economico Andrea Benveduti – Il cantiere dovrebbe sostare, nel tratto compreso in direzione nord tra il chilometro 131 e 900 e il chilometro 131 e 200, per circa quaranta giorni, dalle 6 alle 22. Limitando ad una sola corsia di marcia il traffico”.
“Non parliamo di manutenzione straordinaria di gallerie o viadotti, ma della sostituzione di un guardrail. Un intervento ordinario che rischia di paralizzare l’intera città e che riverserà una moltitudine di mezzi pesanti anche nella viabilità urbana – aggiunge – Ci auguriamo che il Mit, responsabile della programmazione, svesta la sudditanza più volte indossata nei riguardi di Autostrade, e difenda una volta per tutte un territorio che, soprattutto negli ultimi anni, si è dimostrato assai fragile dal punto di vista infrastrutturale”.