Genova. È nato ieri sera poco prima delle 23 all’ospedale Gaslini il piccolo Brian, figlio di una delle quattro ragazze rimaste ferite dopo essere state travolte dalla furia di un’auto pirata in piazzetta Pedegoli a Quezzi lo scorso 24 ottobre.
La mamma – di cui preferiamo mantenere il completo anonimato perché ha 16 anni – era stata ricoverata in gravi condizioni all’ospedale San Martino con diverse ustioni. All’inizio la gravidanza sembrava a serio rischio, poi il quadro clinico è migliorato e adesso entrambi stanno bene.
Una nuova vita che arriva a illuminare una vicenda dove è stata la morte a diventare protagonista. Si terranno oggi alle 11.30 nella chiesa di Nostra Signora della Guardia in largo Merlo i funerali di Gaia Morassutti. La messa sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook della parrocchia (qui il link per vederla) per evitare assembramenti: chi può è invitato a seguire dal piazzale attraverso il cellulare. Tantissime le persone presenti ieri sera al rosario.
Anche lei sedicenne, Gaia era rimasta incastrata tra una panchina e un motorino centrato dalla Bmw di Luca Bottaro. Il mezzo a due ruote aveva preso fuoco e lei era finita al San Martino con ustioni di terzo grado sul 40% del corpo. Dopo giorni di lotta, le infezioni hanno avuto il sopravvento. È deceduta sei giorni fa all’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena.
Tutte le strade di Quezzi stamattina sono tappezzate di palloncini gialli, il colore preferito di Gaia. È il modo con cui i suoi amici, ma anche tante famiglie di residenti, hanno deciso di ricordarla. Ed è un dolore che unisce in maniera straordinaria l’intero quartiere, sconcertato da una perdita che nessuno riesce ad accettare e per la quale si chiede non solo giustizia, ma anche misure concrete perché non possa più accadere.
Luca Bottaro, il 23enne alla guida dell’auto, è ora agli arresti domiciliari, indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso. Da quanto hanno accertato gli inquirenti era sua abitudine sfrecciare con l’auto per le vie di Marassi e Quezzi, filmando le “imprese” e postandole sui social.
Durante gli interrogatori ha raccontato che non andava forte, ma si era solo distratto perché era caduto il cellulare: una versione smentita dai testimoni che hanno parlato di una macchina lanciata a tutta velocità. Anziché imboccare la curva alla fine di via Daneo ha tirato dritto e ha sfondato i paletti di protezione della piazzetta pedonale, piombando sul gruppo di ragazzi seduti a chiacchierare.