Genova. Per potenziare la risposta del sistema sanitario, Alisa sta cercando posti letto per pazienti non autosufficienti covid positivi nelle Rsa della regione: la manifestazione di interesse è rivolta a strutture che possano garantire almeno un minimo di 12 posti letto, che devono essere immediatamente disponibili al momento della domanda.
Le strutture potranno mettere a disposizione strutture dedicate, o, altrimenti, parti o piani totalmente indipendenti rispetto al resto della struttura, da attivare come ‘Area sanitaria Temporanea’. Una possibilità garantita dal decreto legge dello scorso 17 marzo, licenziato per rispondere all’emergenza sanitaria in corso. Allora come oggi, purtroppo.
La “manifestazione di interesse urgente” ha già raccolto le prime adesioni tra le strutture genovesi, con circa 120 posti letto messi a disposizione, per un costo a carico del sistema sanitario di circa 140 euro al giorno per ospite (di cui 26,60 destinati tout court al personale). “Ogni struttura viene verificata prima – spiega il commissario straordinario per le Rsa di Alisa, Ernesto Palummeri – e il via libera viene dato solamente dove possa essere garantita la totale divisione degli spazi. Dopo i cluster registrati in un paio di strutture nel savonese la scorsa settimana, ad oggi non si registrano casi di focolai. Il vero problema oggi sta fuori le strutture sanitarie, dove il virus circola in maniera molto diffusa. E infatti, per questo motivo abbiamo disposto la tamponatura del personale delle strutture con cadenza regolare”.
Personale che rischia di essere il vero problema di molte strutture private: come abbiamo visto nei mesi scorsi, infatti, il comparto degli infermieri rischia di non essere sufficiente, per il fatto che è ‘drenato’ dal pubblico. Da alcune Rsa, infatti, arrivano le prime sofferenze da questo punti di vista, dovute anche al pessimo momento economico di questo settore, che ha sempre meno richieste, a fronte di costi in aumento.