Infrastrutture

La Cgil contro Sansa: “La Gronda light non serve a niente, sì al progetto già approvato”

Presa di posizione in piazza: "Servono infrastrutture per il trasporto su gomma". Pastorino: "La nostra alternativa è meno costosa e più realizzabile"

Genova. “Secondo me versioni light della Gronda non servono a questo territorio, va fatta come è stata progettata inizialmente“. Arriva dalla Filt Cgil, il sindacato dei trasporti teoricamente più vicino al mondo della sinistra e quindi al candidato presidente ligure Ferruccio Sansa, il siluro sull’idea della “mini Gronda” sostenuta in origine dal M5s, poi anche da Linea Condivisa e infine – sia pure senza mai averlo ammesso – anche da una buona fetta del Partito Democratico.

Una presa di posizione scomoda per il candidato anti-Toti che era presente curiosamente martedì scorso alla manifestazione dei “padroni” contro la ministra De Micheli, ma non stamattina a quella dei lavoratori dei trasporti sotto le insegne di Cgil e Uil. “Bisogna decidere cosa fare di questa città. Se il tema elettorale è Gronda sì-Gronda no siamo indietro di vent’anni – attacca Andrea Gamba, segretario genovese della Filt -. Bisogna decidere che la Gronda va fatta e che deve essere realizzata”.

Tra l’altro la Gronda “alta” – cioè il progetto già approvato dal 2018 che prevede il raddoppio della A10 con 20 chilometri di tracciato in galleria – compare nel piano di investimenti presentato da Autostrade al governo. Il ministero dei trasporti, d’altra parte, sarebbe al lavoro per dividere l’opera in più lotti in modo da iniziare subito con il raddoppio della A7, punto che mette d’accordo tutta la coalizione giallorossa, per poi stralciare la parte più impattante da sostituire con il prolungamento della Guido Rossa fino a Multedo. Strada che non sarebbe semplice perché la concessionaria manterrebbe l’impegno a finanziare l’opera solo nella versione integrale.

E adesso a difesa della Gronda vera e propria si schiera l’intero fronte sindacale, benché diviso in piazza: “Si deve puntare anche sul ferro, ma in una città come questa non si può pensare che non si espanda la portualità e di conseguenza devono espandersi anche le infrastrutture su gomma. Se non c’è quello nessuno viene a investire in questo territorio. Le aziende punteranno su Trieste anziché su Genova”, osserva Gamba.

In piazza De Ferrari, in mancanza di Ferruccio Sansa, che aveva già fissato diversi incontri, è Gianni Pastorino a rimarcare il programma della coalizione: “Partiamo a lotti, dal raddoppio della A7 e dal potenziamento del casello di Genova Est, ma evitiamo il lungo tragitto all’interno di colline amiantifere. È importante dare il via a infrastrutture che facilitino il percorso delle merci e aiutino l’economia genovese con opere edili. Noi sosteniamo un progetto alternativo, più compatibile e meno costoso ma anche più realizzabile. La Gronda non la avremo prima di dieci anni, forse la Lega non lo sa”.

Davanti alla prefettura è arrivato poi il candidato Marco Preve: “Ho incontrato il segretario Vesigna e altri vertici della Cgil genovese e abbiamo concordato un incontro con Sansa – ha spiegato – Credo che incontrandoci si potrà trovare una soluzione comune anche sulla questione gronda. L’idea di Ferruccio sansa e della sua lista è quella che prevede sì delle modifiche al progetto originale ma anche una partenza immediata con soluzioni ai gravi problemi per il trasporto e del porto in particolare”

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