Masone. “Io sono fuori dalla grazia di Dio, se mi capita qualcuno sotto le mani giuro che lo appendo a un muro“. A Enrico Piccardo, 76 anni, sindaco di Masone, la rabbia e lo sconforto glieli puoi leggere nella voce provata, negli occhi stanchi che guardano oltre lo Stura, verso le case di campagna e i monti verdeggianti. “Io qui ci sono nato e cresciuto, ma non voglio che finisca tutto così”.
Oggi in questa vallata alle spalle del Turchino ne è successa un’altra: una frana si è staccata proprio sopra il casello dell’autostrada A26, che perciò rimane chiuso in entrata in entrambe le direzioni fino a data da destinarsi. Per andare a Genova l’unica soluzione è arrampicarsi sul Turchino. E siccome in provincia di Alessandria scatta l’allerta meteo gialla, anche la statale in direzione Ovada è interdetta per il rischio frane.
Risultato? La valle Stura è pressoché isolata. “Se uno si sente male cosa succede, muore in ambulanza? L’assessore Viale ci darà tutto il supporto sanitario, ma queste situazioni non devono più succedere, siamo stufi”, dice Piccardo. A lanciare l’allarme è stata anche la sua collega di Rossiglione, che porta lo stesso cognome, e che combatte la stessa guerra di trincea nonostante l’opposto colore politico. “Abbiamo chiesto ad Aspi e protezione civile regionale di poter organizzare almeno l’entrata per i mezzi di soccorso in emergenza”, aggiunge il primo cittadino di Campo Ligure, Gianni Oliveri.
Nel pomeriggio il sindaco di Masone ha accompagnato i tecnici di Autostrade in sopralluogo sotto la frana. Al momento nessuna certezza sui tempi di ripristino. Anche perché i geologi hanno riscontrato, insieme a piante e detriti di vario tipo, la presenza di talco che rende particolarmente instabile il fronte. Resta possibile uscire dall’autostrada a Masone, ma non si può accedere. E l’intenzione della società concessionaria, poi rientrata, era quella di chiudere il casello anche in uscita per chi arriva da Ovada, perché la rampa discendente è vicina al versante incriminato, sebbene in quota.
Quella frana, del resto, non è una novità. “Io ci abito sopra – spiega Piccardo – e quattro anni fa avevo notato un disassamento, una rottura del canale che raccoglie l’acqua dal versante sopra il muraglione di contenimento. Significava che c’era un movimento del terreno. Pur avendolo segnalato ad Autostrade non è mai successo niente. Erano venuti i tecnici a vederlo, li avevo accompagnati io, poi basta. Sa quando un cane cade nel pozzo? La stessa cosa”.
Il sindaco Piccardo, sulla scorta di quanto proposto ancora in queste ore dai gruppi social, pensa a una richiesta di risarcimento danni nei confronti di Autostrade. “Qui in entroterra soffriamo le pene dell’inferno. Pensate alla gente che deve andare a lavorare, cosa sta vivendo. Domani chi dovrà recarsi nell’ovadese sarà inibito. Penso a un’azione legale per sostenere i costi affrontati da queste persone, i commercianti e le industrie non possono operare. Siamo piccoli comuni, ma non siamo la pattumiera della Liguria“.