Fine dei giochi

Regionali Liguria, dal M5s fumata nera sull’alleanza ma Orlando tiene in gioco il Pd: “Insistiamo”

Il senatore Crucioli abbandona il vertice e si dissocia: "Crimi rinvia il voto su Rousseau, siamo fuori tempo massimo". Dem pronti a correre per la propria strada, ma il vicesegretario tende una mano ai grillini

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Roma. “Si è deciso di non decidere”. È Mattia Crucioli, senatore ligure del Movimento 5 Stelle, il primo a parlare dopo aver abbandonato in anticipo il vertice romano che in teoria avrebbe dovuto restituire il verdetto finale: allearsi col centrosinistra alle prossime regionali oppure correre da soli. Una riunione ad alta tensione, quella con i vertici grillini e la capogruppo Alice Salvatore, ad oggi candidata ufficiale ma assediata da un’ampia fronda interna, che ancora una volta si conclude con una fumata nera per i fautori delle nozze giallorosse.

Il reggente Vito Crimi ha deciso di rinviare ulteriormente qualsiasi votazione su Rousseau che avrebbe invece rappresentato l’unico strumento per un sereno dibattito ospitando le tesi dei favorevoli e dei contrari”, ha annunciato Crucioli sul proprio profilo Facebook mentre la riunione era ancora in corso. Lui se n’è andato prima perché “non c’era più nulla da dire”.

I cinque stelle si incontreranno di nuovo domenica a Genova alla presenza di iscritti e attivisti. Ma bisognerà capire se ci sarà ancora qualcosa di cui discutere. Nervosismo e disincanto aleggiano nell’ambiente Dem: a Genova e Roma, ci si preparava già da giorni a questa eventualità e al momento la volontà di far saltare definitivamente il banco sarebbe più forte che mai. Avrebbe potuto essere ma non sarà. E c’è già chi ipotizza future migrazioni tra i gruppi – dal M5s al Pd ovviamente – a partire dal parlamento. 

“Entro questa settimana”, era la scadenza tassativa posta dai democratici. “Devono decidere se far prevalere logiche interne o far vivere un patto civico per questa regione. Dipende tutto da loro, ma noi siamo pronti comunque”, aveva ribadito il vicesegretario Orlando durante la convention di sabato scorso a Pra’

Eppure lo stesso Orlando ora con un tweet sembra tenere aperti i giochi: “Noi insistiamo, non facciamo un regalo a Toti. Ai 5 stelle diciamo, patto civico, scegliamo insieme un candidato espressione della Liguria migliore. Non abbandoniamo la nostra regione al declino, all’invecchiamento e alla colonizzazione”. Allo stesso tempo nelle file liguri del partito c’è chi spinge per lo strappo hic et nunc, in particolare l’ala più moderata che punta anche a ricucire con Italia Viva, già pronta a sfilarsi in caso di apparentamenti ritenuti troppo scomodi.

Riunione M5S Roma

La nota ufficiale del Movimento dopo il vertice parla di “cammino condiviso e trasparente per arrivare all’appuntamento elettorale con un programma concreto e un percorso chiaro e partecipato”. Un concetto ribadito “sgombrando il campo da ogni possibile incomprensione di fronte a chi pensa che si vogliano decidere i destini della nostra regione senza interpellare gli iscritti”. Poi il riferimento a Crucioli: “Chi ha deciso di abbandonare la riunione lo ha fatto per scelta personale”. E ancora: “Domenica ci sarà un’assemblea aperta a tutti, portavoce ed attivisti. Lì ci confronteremo tutti insieme su come continuare questo percorso e con quali proposte per i liguri. Senza fughe in avanti o individualismi”.

Al tavolo di oggi c’erano, oltre ad Alice Salvatore, l’ex ministro Danilo Toninelli, il reggente Vito Crimi, gli altri parlamentari e i consiglieri regionali. Il fronte pro alleanza aveva chiesto di rimandare la questione agli iscritti sulla piattaforma online. “Con proposta scritta presentata al capo politico da 6 parlamentari liguri su 8 e da 2 consiglieri regionali su 4 si era chiesto di dare immediatamente voce agli iscritti relativamente ad un progetto civico per la Liguria finalizzato a sottoporre ad altre forze politiche l’adesione ad un programma elaborato dal Movimento 5 Stelle Liguria, sulla base del quale sostenere alle elezioni regionali un candidato presidente civico che si rendesse garante di tale progetto”, scrive Crucioli. 

Un progetto civico, continua il senatore, che “sfidasse le altre forze politiche, mettendole alla prova su temi fondamentali del movimento 5 stelle Liguria, come la richiesta al Governo nazionale di revocare la concessione autostradale ad Aspi, la realizzazione della “gronda dei liguri” invece che quella dei Benetton ed il perseguimento di una sanità pubblica efficiente e all’avanguardia”. Sulla Gronda, tra l’altro, era arrivata dal centrosinistra più di un’apertura, anche di recente. 

Invece l’ennesimo rinvio. Le parole di Orlando fanno ben sperare chi ancora ci crede. Ma i tempi sono destinati a dilatarsi in maniera esponenziale: se da Genova arrivasse un via libera alla consultazione online, la decisione dovrebbe essere ratificata a Roma, quindi il voto vero e proprio su Rousseau e – se vincesse la corrente pro alleanza – altri tavoli formali su programmi e candidati. Si andrebbe insomma a marzo, con grande sofferenza del Pd che voleva chiudere subito la questione.

Del resto anche il senatore Crucioli, in aperta rottura coi vertici del Movimento, teme che sia troppo tardi: “È chiaro a tutti che siamo già fuori tempo massimo: ogni ulteriore ritardo rischia di compromettere qualsiasi progetto comune e, per certo, regala ulteriore vantaggio ad un centrodestra già in campagna elettorale”. Poi l’affondo: “Prendo le distanze dall’ennesima decisione calata dall’alto senza sentirli, oltretutto contrariamente a quanto mi era stato promesso in precedenza da Di Maio”.

Se le cose restassero così, vincerebbe la linea Salvatore-Toninelli: il Movimento 5 Stelle, a meno di clamorosi ribaltoni, correrà da solo e il centrosinistra potrà concentrarsi sul proprio candidato. Del resto anche il senatore Crucioli, in aperta rottura coi vertici del Movimento, teme che sia troppo tardi: “È chiaro a tutti che siamo già fuori tempo massimo: ogni ulteriore ritardo rischia di compromettere qualsiasi progetto comune e, per certo, regala ulteriore vantaggio ad un centrodestra già in campagna elettorale”. Poi l’affondo: “Prendo le distanze dall’ennesima decisione calata dall’alto senza sentirli, oltretutto contrariamente a quanto mi era stato promesso in precedenza da Di Maio”.

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