Genova. La Camera del lavoro di Genova non indirà lo sciopero cittadino richiesto da Collettivo autonomo lavoratori portuali e da Amnesty international in occasione dell’arrivo a Genova del cargo saudita Barhi Yanbu. Lo spiega il segretario della Camera del Lavoro Igor Magni: “Come ho già spiegato ai portuali del Calp per noi indire uno sciopero cittadino significa aprire una discussione con tutte le nostre categorie, una discussone che richiede tempo e che non può essere affrontata in pochi giorni”.
Una questione di metodo, ma anche di merito: “A maggio quando abbiamo indetto lo sciopero al terminal Gmt c’era una situazione diversa perché la Yanbu stava per caricare a Genova effettivamente delle merci dual-use che avevano quindi un utilizzo anche militare. Da quel momento fino ad oggi la nave quando attracca a Genova carica solo merce di tipo civile”. A chi la accusa di sfilarsi dalla protesta che si terrà a ponte Etiopia il giorno dell’arrivo della nave (che secondo quanto appreso ha a bordo armi destinate alla guerra in Yemen) la Camera del lavoro risponde che il luogo della protesta è un altro.
“Domani insieme a diverse associazioni laiche e cattoliche come Anpi e Acli saremo sotto la Prefettura con un presidio e incontreremo il Prefetto Carmen Perrotta per chiedere un’attenzione maggiore e maggiori controlli rispetto al transito di queste navi nel porto di Genova. Sulla guerra in Yemen il Parlamento a giugno ha approvato un dispositivo specifico contro il traffico d’armi, visto che sono già 70 mila i civili uccisi in quella guerra, e l’apertura dell’indagine sul cargo Bana crea ulteriori preoccupazioni”. Per la Cgil quindi “la palla deve passare alla politica e al Governo Governo che deve dare concretezza all’articolo 11 della nostra Costituzione e alla legge 185 del 1990 fermando il traffico di armi verso i Paesi in guerra che violano i diritti umani e valutando se le leggi consentano di vietare anche il solo transito di queste navi dai nostri porti”.
La posizione della Camera del lavoro segue quella espressa ieri dai sindacati di categoria dei trasporti, Filt e Uiltrasporti che in un comunicato congiunto contro la guerra avevano parlato di “questioni talmente importanti da essere affrontati a livello nazionale ed internazionale”.
“Siamo convinti che i lavoratori da noi rappresentati abbiano il diritto di esprimere la propria sensibilità rispetto a questi temi che non sono affatto slegati dal mondo del lavoro dalla sua tutela e dalla difesa della democrazia proprio a partire dai posti di lavoro” recitava inoltre la nota ad esprimere tra le righe solidarietà alla protesta indetta dai portuali del Calp, senza tuttavia alcun impegno a partecipare formalmente al presidio. Posizione che al momento è confermata dalla Camera del lavoro. Poi, come sempre, i singoli potranno decidere in autonomia.
Alla mobilitazione, la cui data è ancora incerta, parteciperanno invece il coordinamento delle sinistre di opposizione di Genova (Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra Anticapitalista, Resistenze Internazionali, Rifondazione Comunista) che in una nota avevano fatto appello proprio a Cgil e Filt per indire lo sciopero. In piazza anche il sindacato Si.Cobas. Nel frattempo i portuali del Calp stanno ricevendo decide di manifestazioni di solidarietà dalla Finlandia alla Germania all Svizzera.
Dagli ultimi rilevamenti circa la posizione della nave pare che la Yanbu arriverà a Genova la mattina del 18 febbraio, ma la data dell’arrivo potrebbe ulteriormente slittare.