Strategie

Regionali, Toti studia la strategia: in Liguria potrebbe correre senza il simbolo di Cambiamo!

La soluzione della "lista del presidente" sarebbe anche più gradita a Forza Italia

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Genova. L’ipotesi è sul tavolo da almeno un mese, come conferma lo staff del governatore. E a prescindere dallo 0,3% in Emilia, figlio di una discesa in campo perlopiù di facciata in condizioni di emergenza, adesso prende corpo con più chiarezza. Giovanni Toti potrebbe rinunciare al simbolo di Cambiamo!, la sua creatura politica, proprio in Liguria dove tutto è nato. Al suo posto un logo con la stessa grafica ma con la dicitura “Toti presidente” o qualcosa del genere. Una scelta che si rivelerebbe azzeccata anche per favorire la compattezza della coalizione di centrodestra che lo sostiene.

A suggerirlo, del resto, è stato lui stesso nelle dichiarazioni a margine del consiglio regionale: “Ci sarà una lista del presidente della Regione, ci sarà una lista di Liguria Popolare che racchiuda il mondo cattolico che in Emilia Romagna ha faticato a trovare un contenitore, ci saranno i partiti tradizionali, poi porte spalancate a chi volesse aggiungersi”.

La strategia, in sostanza, è seguire il modello Bonaccini, in fin dei conti lo stesso che si è rivelato vincente nel 2015 e nelle successive comunali vinte nei capoluoghi. Toti lo dice ancora più chiaramente: “In Liguria si avrà un effetto simile a quello che abbiamo subito in Emilia-Romagna, ovvero una lista del presidente che ha avuto un buon successo là, come i sondaggi ci dicono che ha avuto un buon successo qua”.

I numeri finora gli danno ragione. Secondo il ‘Super Indice’, elaborato da Opimedia in esclusiva per IVG e Genova24 due settimane prima delle regionali in Emilia-Romagna, Cambiamo! in Liguria viaggia intorno al 9%. Ed è per questo che all’interno della squadra c’è chi gradirebbe in modo particolare che quel nome fosse cancellato dai loghi: Forza Italia. Il partito di Berlusconi, nonostante tra i due sia ormai pace fatta, non vuole rischiare di apparire subalterno, a maggior ragione nelle percentuali. In questo senso, se Toti corresse con una lista civica, il risultato sarebbe più digeribile.

A proposito di Forza Italia, l’appoggio al presidente uscente non sembra in discussione ma l’imprimatur dovrà passare da un tavolo nazionale con tutti i leader della coalizione: Salvini, Berlusconi e Meloni. “La forza deve essere unica e si deve chiamare Giovanni Toti, quello che deve fare Forza Italia è tenere un equilibrio con gli alleati e arrivare all’obiettivo”, ribadisce il coordinatore regionale Carlo Bagnasco. “L’unico problema è che Toti non possiamo contarlo come Forza Italia, quindi dovrà trovare un suo spazio”, corregge il tiro suo padre Roberto, deputato azzurro, sottendendo quindi che la soluzione migliore sarebbe presentarlo anche formalmente come candidato indipendente, perché “in questo modo non sarebbe una partita in concorrenza”.

Le persone vicine al governatore assicurano che da Forza Italia non è mai arrivato alcun veto su Cambiamo!, ma il tema potrebbe emergere nei prossimi giorni, quando si inizierà a discutere sul serio della campagna elettorale. Da non scartare nemmeno l’eventualità che possano coesistere due liste: una legata al nome di Toti e un’altra col nome del movimento. In ogni caso la vera partita si gioca sui posti nel listino bloccato – il presidente ha già rinunciato al suo e Forza Italia ha blindato Muzio, la Lega ne avrà tre e gli altri alleati uno ciascuno – e sulle poltrone nella futura giunta, che comunque dovranno rispettare le proporzioni scaturite dalle urne.

Al di là della disputa sui simboli, quel che appare inequivocabile è che Forza Italia rivendicherà un peso maggiore nella coalizione, anche alla luce del successo in Calabria. “Non siamo la vittima sacrificale”, ripete Bagnasco senior. Mentre lo junior si sbilancia: “Saremo determinanti, arriveremo al 4-6%”. Già avviatissimi i preparativi per le liste: in lizza, spiega il coordinatore regionale, ci sono “diversi sindaci e amministratori, anche molto giovani, ma anche imprenditori, professori universitari e tanti profili emergenti”.

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