Editoriale

Verso il derby: è corsa per avere lo stadio pronto, un altro dei guai di Genoa e Sampdoriarisultati

La precarietà delle due squadre in campo si riflette su situazioni tangibili come ad esempio la situazione dello stadio

Sampdoria Vs Genoa

Genova. Leccarsi le ultime ferite ricevute in battaglia: a Lecce e in casa col Parma. Genoa e Sampdoria si avvicinano al derby di sabato prossimo in una situazione di classifica che più precaria non si può. Entrambe in bilico, entrambe consapevoli che una vittoria potrebbe dare quella marcia in più nella lotta per non retrocedere e che una sconfitta sarebbe questa volta fatale non solo per l’umiliazione cittadina, ma per una classifica davvero spaventosa. Prevarrà la paura di perdere sabato sera? Chissà, ma nel frattempo il cammino compiuto sino a qui, sembra un po’ lo specchio di una situazione precaria a tutti i livelli.

Entrambi gli allenatori predicano calma, si reputano sicuri di salvarsi, ma le dichiarazioni di facciata (e non potrebbero fare altrimenti), convincono poco i tifosi, accomunati anche dai malumori nei confronti delle rispettive società, tanto che questa stracittadina rischia anche di trasformarsi nel derby del rancore nei confronti di chi rappresenta ai piani alti i colori per cui si fa il tifo.

Allo stadio, al netto dell’incitamento (mai carente) per rossoblù e blucerchiati durante i 90 minuti, ormai sono sempre più presenti i cori contro Ferrero e Preziosi, sempre meno digeriti da chi va alla partita. Il primo ha declinato l’offerta, giudicata troppo bassa, degli investitori di CalcioInvest, il secondo predica da tempo che la società è in vendita, ma che nessuno si fa avanti: dell’ennesima due diligence del giugno scorso non si sa nulla. Enrico Preziosi, assente da tempo dallo stadio, è tornato recentemente agli onori delle cronache finanziarie solo per questioni extra calcistiche (secondo quanto ha riportato il Corriere della Sera, il fondo Centurion Global Fund della segreteria di Stato del Vaticano ha rilevato il 14% di New Deal, società in cui il patron del Genoa ha appena conferito l’ 11,7% della Giochi Preziosi).

Tuttavia questo non vuole essere un editoriale in cui si vogliono fare i conti in tasca alle due squadre, ma il riferimento alle società era necessario anche per parlare del “teatro” in cui il derby si svolgerà, quel Luigi Ferraris, stadio a nostro parere uno dei più belli d’Italia, ancora nella fase “lavori in corso” anche se pare siano in dirittura d’arrivo: metafora di un’approssimazione gestionale che non si addice a due squadre di serie A, che mirano a ottenere la concessione per 99 anni. D’estate le migliorie progettate sono andate particolarmente a rilento in fase di esecuzione (i lavori sono cominciati a ridosso dell’inizio della nuova stagione calcistica) e anche il termine di novembre per il completamento delle opere di rifacimento della tribuna è saltato, non un bel segnale anche nei confronti di chi investe su Genoa e Samp, ovvero gli sponsor.

Il consigliere comunale delegato allo Sport Stefano Anzalone aveva parlato di opere concluse per il derby. Ora ci siamo, staremo a vedere. Intanto è stata messa in vendita la “Tribuna superba” (in verità aveva già debuttato in Genoa-Ascoli a 100 euro): tariffa “top plus” al prezzo di 300 euro con servizio al tavolo, oppure 200 euro senza hospitality. Un costo notevole visto che, per esempio, la tribuna d’onore rossa per Milan-Sassuolo (non certo il derby, lo sappiamo) viene venduta a 150 euro senza hospitality. Ieri, durante Sampdoria-Parma, si vedevano ancora aree di servizio con cemento fresco appena posato, una di esse era l’ex saletta per l’accoglienza dei giornalisti e siccome non è ancora pronta la “sala lounge” sopra la tribuna stampa, da un paio di settimane si beve un bicchiere di tè caldo o caffè in un corridoio stretto, freddo e male illuminato. Mancano anche gli ascensori per consentire a una persona non deambulante di accedere a questa parte di stadio. Per completare il quadro, durante la sosta estiva, non si è neanche pensato di rifare i bagni delle due gradinate, peggiori di qualsiasi latrina pubblica. Due gli aspetti positivi: il manto erboso è decisamente migliorato e anche l’illuminazione a led è più uniforme.

Per noi ancora troppo poco per cancellare quel senso di straniamento che ormai stanno vivendo i tifosi a tutti i livelli, non solo di classifica appunto.

In questa città l’attaccamento ai colori delle due squadre non è mai mancato: gli oltre 18 mila abbonati del Genoa e gli oltre 17 mila della Sampdoria di quest’anno sono l’ennesima testimonianza che non importa se a livello nazionale ormai mediaticamente si parli soprattutto di Torino, Milano, Roma e un po’ di Napoli, se le offerte della tv siano più allettanti di trascorrere 90 minuti al freddo e non proprio comodi. Genoa e Sampdoria non si barattano così facilmente e chi scende in campo sabato se ne renderà conto più che in altre partite. I genovesi, suonati a mo’ di pugile dagli eventi dell’ultimo anno e mezzo, stanno cercando di risollevarsi mettendoci parecchio orgoglio. Meriterebbero sia uno spettacolo che non sia metafora di questo contemporaneo declino di due protagoniste della serie A, sia certezze (e solidità) dal punto di vista societario.

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