Genova. “Questa volta è finita”. L’annuncio lo hanno dato su Facebook, postando le foto del loro locale devastato. Chiuso fino a data da destinarsi, forse per sempre. Si infrangono così i sogni di Claudia Chimenti e Daniele Giuseppe Nigido, da due anni gestori della pizzeria ‘Fior di Margherita’ a Bolzaneto. Un colpo durissimo che rovina l’inizio di un’altra favola: quella del figlio Zeno Gregorio, balzato qualche giorno fa agli onori delle cronache perché parteciperà tra pochi giorni alla 62esima edizione dello Zecchino d’Oro.
I loro progetti per il futuro sono annegati in un metro e mezzo d’acqua. Siamo sulla sponda destra del Polcevera, in via al Santuario di Nostra Signora della Guardia. A distruggere tutto non è stata la furia del torrente, ma l’accumulo di pioggia sulla strada. Il lago si è riversato nel piazzale su cui si affaccia l’attività, sotto il livello della strada, trasformato in una piscina. Sedie, tavoli, arredi, macchinari, dispositivi elettronici: tutto perduto.
Claudia, ex impiegata di 46 anni, è titolare insieme al marito Daniele, 35 anni, pizzaiolo di professione. “È la quarta volta da agosto, poi ci siamo allagati di nuovo a settembre e ottobre, l’acqua aveva persino sollevato il dehors e siamo rimasti chiusi tre giorni. Abbiamo sempre lavorato come muli per ripulire tutto ed essere pronti ad accogliere la clientela. Ma stavolta come facciamo? È tutto distrutto. Solo il bancone del bar costa 20mila euro. Ne servirebbero almeno 40mila. Con l’attività interrotta bruscamente è impossibile ricominciare”.
A novembre avevano festeggiato il secondo compleanno. La proprietaria della palazzina che ospita la pizzeria al piano terreno ieri mattina è arrivata a pulire il piazzale. Racconta che il problema è legato alla rete fognaria che non assorbe l’acqua. Qualcuno aveva pensato di risolvere con delle paratie, ma tutto è rimasto immutato. E così ora sarà difficile pure trovare qualcuno disposto a pagare l’affitto.
Fior di Margherita chiude: “Ringraziamo tutti i clienti che in questi due anni ci hanno allietato con la loro presenza, ringraziamo i dipendenti che ci hanno aiutato in questa avventura, e tutti i fornitori”. A meno che qualcuno non decida di dare una mano per farla riaprire. “Chissà, non si sa mai”, commenta Claudia con un misto di tristezza e speranza.
Ora si concentreranno sull’avventura di Zeno, sei anni e una sorella di otto, che andrà a cantare sul palco dell’Antoniano insieme ad altri 15 piccoli solisti che si contenderanno il titolo. “Dobbiamo anche affrontare il viaggio a Bologna, non è facile in questa situazione. Se qualcuno ci dà una mano a riaprire altrove, ne saremo contenti. Altrimenti, per noi finisce qui”.