26 milioni

Troppi casi, pochi affidi: esplode la spesa del Comune di Genova per le strutture che accolgono minori

La capogruppo Pd Cristina Lodi accusa: "Giunta chiede di tirare la cinghia, tagli in vista?". Ma per l'assessore Piciocchi: "Si tratta di controllare e meglio gestire la spesa, è nostro dovere"

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Genova. Le strutture di accoglienza per minori costano troppo al Comune di Genova che nel 2017 ha speso per questa voce 24 milioni di euro, saliti a 26 milioni nel 2018. Per questo l’assessore al Bilancio Pietro Piciocchi e l’assessore al Sociale Francesca Fassio hanno deciso di aprire un tavolo con le cooperative e i soggetti che gestiscono queste strutture per discutere di come razionalizzare le spese.

Il primo incontro è avvenuto ieri e, secondo la capogruppo del Pd in consiglio comunale, Cristina Lodi, si tratta di un segnale che anticipa tagli al settore in vista del bilancio preventivo 2019. “Dopo un anno e mezzo di ostentazioni da parte dell’amministrazione del sindaco Bucci di mettere più soldi nel sociale – attacca – prima con il depotenziamento dei municipi, ora con le strutture per minori esprime la volontà di accentrare la spesa e spendere meno, ma la spesa aumenta quando non si sa amministrare un settore. Sono molto preoccupata perché rischiano di pagare i più deboli”.

L’assessore al Bilancio Piciocchi però precisa: “La spesa per l’inserimento di minori in struttura aumenta ogni anno di due milioni, perché i minori che ne hanno bisogno sono sempre di più, perché molte situazioni temporanee diventano definitive – dice – ma anche perché ci sono meccanismi che non funzionano, per esempio, in alcuni casi si potrebbe favorire l’affido familiare”.

Il costo della retta in struttura per ogni minore equivale, per il Comune, a 110 euro al giorno. “Sono risorse che dobbiamo interamente coprire con il nostro bilancio – continua l’assessore – perché non abbiamo trasferimenti dallo Stato”. Le realtà con cui Tursi opera sono una trentina, alcune fuori regione, per casi di minori maltrattati e in pericolo. “Abbiamo aperto un tavolo – conclude Piciocchi – per capire come correggere il tiro, l’amministrazione ha il dovere di controllare i processi di spesa e i risultati a cui portano”.

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