Genova. Per i bisogni delle aziende in zona rossa non si può aspettare oltre, lo Stato deve anticipare i soldi trovandoli nel bilancio e poi “chiederemo ad Autostrade di pagare, prima o poi, come prevede la convenzione”. A dirlo è Edoardo Rixi, viceministro ai Trasporti, che questa mattina, insieme all’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti, ha incontrato gli imprenditori colpiti dal crollo di Ponte Morandi.
“Il problema per noi rimane quello di dover anticipare tutto, lo possiamo fare solo per un certo tempo, ma anche le nostre risorse hanno un limite. Perdiamo contratti e fatturato e da qui a fine anno il nostro rischio è di chiudere, e se chiudiamo noi, arriveranno aziende da fuori” a lanciare il grido di allarme è Mario Cassano, uno dei due titolari di Ferrometal, che ha metà del capannone all’interno della zona rossa. “In questo momento anticipiamo noi i soldi della cassa integrazione – spiega – anche se, per adesso, siamo fermi. Stiamo utilizzando i cantieri dei nostri concorrenti per mantenere i contratti ma lavoriamo in perdita”. I dipendenti a rischio sono in tutto un centinaio, tra le varie aziende della zona rossa. Alcune migliaia quelli della zona arancione.
“Sui rimborsi non possiamo usare lo stesso metodo adottato per gli sfollati, perché i tempi si stanno dilatando molto – sottolinea -, quindi lo Stato si deve fare garante e anticipare le somme, mi auguro che il commissario per la ricostruzione Marco Bucci riuscirà a farsi dare le provviste anche da parte di Autostrade”.
Anche l’assessore allo Sviluppo economico ha ripreso l’idea lanciata ieri dall’europarlamentare Sergio Cofferati, su una “clausola sociale nei bandi per la ricostruzione per reimpiegare almeno una parte dei lavoratori della zona rossa e arancione che potrebbero perdere il lavoro”. “Ho parlato nei giorni scorsi con alcuni imprenditori che stanno costituendo un consorzio per partecipare ai bandi di gara per la ricostruzione – ha aggiunto – nei limiti del possibile gli ho proposto di inserire l’assunzione di una parte dei lavoratori coinvolti dal crollo, perché ritengo che potrebbe essere un valore aggiunto”.
“Dobbiamo ancora arrivare a una sintesi sull’ammontare complessivo dei danni subiti dalle aziende, – ribadisce Rixi – dobbiamo capire quali sono le aziende che vogliono delocalizzare, in modo da fare una misura nel decreto per avere i fondi necessari a risolvere i problemi per la zona rossa e arancione”.