Dopo il ricorso

Caccia, Tar boccia legge regionale. Norme incostituzionali e calendario troppo ampio

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Foto d'archivio

Genova. Con sentenza breve depositata oggi, il Tribunale Amministrativo Regionale ha annullato alcune parti importanti della delibera della Giunta Regionale della Liguria n. 355, approvata il 23 maggio scorso, con cui si varavano le regole per la corrente stagione di caccia, il cosiddetto “calendario venatorio 2018/19”.

E’ stato dunque accolto su vari punti il ricorso promosso dalle associazioni ambientaliste e per la tutela della fauna selvatica: WWF, Lega Abolizione Caccia, ENPA e LAV, patrocinate dallo studio Linzola di Milano.

Sconfitti i legali della Regione e delle associazioni dei cacciatori che si erano costituite in giudizio per difendere il provvedimento, viziato da varie illegittimità.

“Come spesso accade la Regione Liguria ha aggirato con motivi pretestuosi il parere preventivo obbligatorio dell’Istituto Superiore per La Protezione e la Ricerca Ambientale” si legge nel comunicato di WWf, che ha diffuso i punti contestati della legge.

Secondo il tribubale amministrativo vanno sollevate questioni di incostituzionalità per la caccia da appostamento per i volatili migratori per mezz’ora dopo il tramonto, perchè in contrasto con la legge statale, e per la possibilità di eludere l’obbligo di annotare gli animali abbattuti immediatamente, come prescritto.

Contestate inoltre la durata della caccia al cinghiale, che in Liguria era stata allungata a 4 mesi e mezzo, con un anticipo che “in un periodo nel quale i boschi sono ancora molto frequentati da escursionisti con interessi diversi, è foriera di pericoli alla incolumità di altri cittadini che utilizzano i boschi per la ricerca di funghi, sport, passeggiate”.

E poi le giornate totali di caccia a settimana, il termine prorogato per la caccia alla beccaccia e il tordo sassello.

“Alcune questioni sono state rimesse alla corte costituzionale, ma non sono state sospese – ha commentato Francesco Bruzzone, vice presidente Commissione Ambiente del Senato e responsabile del Dipartimento Caccia della Lega – Personalmente, mi permetto di consigliare alla Regione Liguria un immediato ricorso al Consiglio di Stato, assicurando tutti gli interessati, non solo cacciatori, che nei prossimi giorni attiverò iniziative presso i Ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente affinché venga superata questa nuova forma di protezione del cinghiale ottenuta dalle associazioni ambientaliste e affinché la Liguria, ma anche l’Italia, non sia ridicolizzata sulla precocità prenuziale degli uccelli migratori”.

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