Incidente probatorio

Ponte Morandi, il fratello di una vittima: “Credeva profondamente nell’Italia, ora chiedo coerenza” fotogallery

Manuel Diaz era in Colombia per motivi di studio quando suo fratello Henry è precipitato dal viadotto

Genova. “È inammissibile che questa struttura sia crollata ed è inammissibile che cerchino ancora di difendersi con una tragedia di questo tipo, un tragedia che ha rovinato la reputazione di tutto il Paese”. Sono dure ancorché commosse le parole di Manuel Diaz, fratello di Henry Diaz, morto a 30 anni dopo essere precipitato dal ponte Morandi la mattina del 14 agosto.

“Io sono cittadino italiano, ma ero in Colombia per motivi di studio – ha spiegato ai microfoni durante una pausa dell’incidente probatorio che si sta svolgendo questa mattina a palazzo di giustizia a Genova – la verità è che chi credeva profondamente nell’Italia era mio fratello, perché io non riuscendo a costruirmi un futuro in Italia sono tornato in Colombia, mentre mia madre quel futuro aver deciso di costruirselo qui. Mio fratello studiava ingegneria ma era anche molto attivo dal punto di vista sociale”.

Manuel Diaz da questo processo dice di aspettarsi “coerenza perché mi sembra stranissimo che ora lo Stato cerchi di difendere i cittadini italiani, quando fino a poche settimane fa difendeva il ‘boia’ di questa situazione. I primi responsabili al momento non si può dire chi siano, ma al momento mi sembra strano che non si presentino per difendersi. Certo le basi delle loro difese solo le stesse su cui poggiava il ponte Morandi”.

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