Salute

Certosa, la lettera aperta degli abitanti: “Monitorate la qualità dell’aria, prima che sia troppo tardi”

L'appello dei cittadini per correre ai ripari

Commemorazione crollo Ponte Morandi via Fillak
Foto d'archivio

Genova. Dopo le preoccupazioni arrivano i fatti. Se nei giorni scorsi la preoccupazione dei cittadini di Certosa era salita a seguito di notizie relative alla presenza di amianto nei detriti relativi al crollo del ponte (e dei magazzini sottostanti), in queste ore è stata pubblicata una lettera aperta alle istituzioni locali.

Nella lettera si da seguito a quanto discusso nei giorni scorsi: è urgente avere dei dati su quello che i cittadini respirano tutti i giorni. E urgente vuol dire adesso: la Valpolcevera è costantemente congestionata, e migliaia di persone tutti i giorni sono esposte a rischi per la salute non più sopportabili.

“Gli effetti sulla salute degli abitanti potrebbero non essere riscontrabili nell’immediato e queste criticità e timori si aggiungono ai tanti che già affliggono la popolazione interessata dalle conseguenze di questo tragico evento – si legge nella lettera firmata dal Comitato Liberi Cittadini di Certosa – Le difficoltà quotidiane di spostamento, dato anche dall’isolamento della Valle, e non solo, sono aggravate dallo stato di ansia che è sorto nelle persone già molto turbate da quanto è accaduto. Vivere vicino al Ponte Morandi è oggi più avvilente che mai e tante sono le difficoltà pratiche e i rischi”.

Le richieste sono chiare: “Procedere all’installazione di centraline per un monitoraggio costante dello stato di inquinamento di tutto il materiale coinvolto dal crollo, nelle aree circostanti e nell’aria, rendere pubblici i dati di suddetti monitoraggi; in caso di rilevazione di presenza di particelle di amianto, adottare tutti i protocolli prescritti dalla legge anche durante la fase di trasporto e deposito di suddetto materiale che rischia di diffondersi in modo incontrollato; avviare uno studio epidemiologico delle zone coinvolte, direttamente e indirettamente dal crollo”.

Tutto ciò considerato che in Valpolcevera già insistono diverse importanti servitù, cantierizzazione (leggi Terzo Valico) e strutture produttive (leggi Iplom) che costituiscono “gravi elementi di rischio concreto per la salute dei cittadini, come già verificatosi”

“A ciò si aggiunge la carenza di strutture sanitarie, ormai cronica, nel territorio, aggravata dall’isolamento soprattutto della zona di Cerosa/Rivarolo.La qualità della vita degli abitanti sta diventando sempre più scarsa e difficile”.

L’appello dei cittadini è quello di avere un riscontro concreto prima che sia troppo tardi, anche al fine di “tranquillizzare la popolazione, già molto provata anche psicologicamente”.

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