Genova. Negli anni Cinquanta e Sessanta arte contemporanea e acciaio erano unite da una doppia corda. L’allora Italsider di Genova pubblicava una rivista per i dipendenti, e gli operai, che si chiamava Cornigliano (poi cambiò nome) alla quale collaboravano con idee, saggi, opere alcuni tra gli artisti e gli intellettuali più à la page dell’epoca.
Nei giorni in cui si parla del futuro dell’acciaio in Italia – e quindi anche a Genova – il Comune promuove una mostra del tutto speciale che sarà visitabile gratuitamente fino al 15 settembre nell’atrio di palazzo Tursi. All’inaugurazione di “Ossidazioni – 65 anni di acciaio italiano”, questa mattina, avrebbe dovuto esserci Enrico Laghi ma il commissario straordinario di Ilva a Roma per esaminare il dossier legato al piano di acquisizione dell’azienda siderurgica, del progetto di Mittal, di ambiente e livelli occupazionali.
In mostra venti fotografie scattate da Fernanda Bareggi e che raccontano la vita di fabbrica sono stampate su altrettante lastre d’acciaio dell’artista Graziano Cecchini. Ossidazioni, curata da Chiara Mastrolilli De Angelis, è un’esposizione in divenire “perché l’aria altererà lo stato delle lastre”, spiega la curatrice. La reazione chimica piace al sindaco Bucci, che tenta la metafora: “L’attività che l’aria fa con il metallo ci ricorda che dobbiamo occuparci dell’ambiente esterno, e quindi dell’impatto di aziende di questo tipo sulle città e chi la vive, e sul mare”.
Attenzione all’ambiente che costituisce uno dei punti critici delle trattative su Ilva a livello nazionale, ma che secondo Bucci c’è: “Parliamo di un’azienda che oggi è certamente all’avanguardia per quello che riguarda la tecnologia, un’azienda che consideriamo di punta e che vogliamo mantenere con le sue ricadute economiche e occupazionali per la città”.
Quello che è stato presentato oggi, è il progetto conclusivo di un percorso nato un anno fa, con il “Progetto acciaio”. Il progetto, attraverso convegni e mostre, ha fatto conoscere alla città la professionalità e le persone, operai, tecnici e ingegneri che hanno fatto la storia della siderurgia, rendendo l’Ilva di Genova Cornigliano un punto di riferimento della siderurgia a livello internazionale.
“Il 2 giugno del 1953, dunque 65 anni fa, all’interno dello stabilimento di Genova veniva realizzata la prima colata – ricorda il direttore dello stabilimento Giuseppe Frustaci – Una data storica, che ha segnato la storia di questa città e di quest’azienda. Lo stabilimento prende il suo nome da un grande uomo, Oscar Sinigaglia, che mise questa città al centro del suo piano di ristrutturazione dell’industria siderurgica italiana, adottando anche la produzione a ciclo integrale. Oggi Cornigliano è l’unico produttore in Italia di banda stagnata e banda cromata elettrolitica e grazie ai tanti investimenti è riuscito a rimodernarsi, accettando la sfida dell’industria 4.0”.