Procura al lavoro

Crollo ponte Morandi, la Procura: “Problemi al ponte risalgono a lunga data”

La risposta a Salvini: “Con processi sensazionali non si fa un buon lavoro”

francesco cozzi

Genova. “Nelle carte acquisite “si trovano elementi che possono risalire anche a oltre 20 anni fa, agli anni Ottanta” e che possono far evidenziare “problemi al ponte anche di lunga data”. Lo dice il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, nel corso di una conferenza stampa. “Non è detto che siano fondamentali ma vanno valutati anche quelli- precisa Cozzi- abbiamo carte anche precedenti e sicuramente verrà acquisito anche il progetto. Si possono evidenziare problemi già prima degli anni ‘90, quando sono stati ristrutturati i primi stralli”.

Il procuratore ha ribadito che al momento non è pervenuta alla procura alcuna richiesta di dissequestro ma che “siamo pronti e collaborativi” in caso pervenissero richieste.

A proposito degli elementi di prova “già da quanto è dato di conoscere informalmente ora, è a disposizione un numero significativo di reperti che danno indicazioni utili per l’accertamento delle cause del crollo e informazioni interessanti per i consulenti tecnici” ha spiegato Cozzi che a proposito della raccolta degli elementi probatori ha precisato che alcuni resti del ponte sono stati tagliati con “un filo speciale, con punta di diamante in modo tale che restino intatti pezzi utili”.

“L’attività di rimozione delle parti crollate – prosegue Cozzi – viene fatta in modo tale da conservarne una parte. Ad esempio per alcuni piloni lunghissimi e impossibili da trasportare, i consulenti hanno dato indicazione di tagliarli con un filo speciale per vedere cosa c’è in ogni singola parte tagliata”

A proposito della risposta al ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha lamentato come a Genova non ci siano ancora indagati Cozzi ha replicato: “Si possono anche fare i processi sensazionali con anche 20 indagati ma non faremmo un buon lavoro. Abbiamo già commentato con dovizia di particolari i motivi per cui ancora non ci sono ancora iscritti nel registro degli indagati”.

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