Turismo

Crollo ponte Morandi, gli albergatori: “Nuove prenotazioni stentano ad arrivare, ma qui non c’è stato un terremoto”

Attutito il colpo di possibili disdette per l'effetto shock della tragedia, ora si teme per l'immagine della città

Nel giorno del lutto nazionale tante le saracinesche abbassate a Genova

Genova. “Zena la bella” continua a vivere. Dal centro, e da gran parte dei suoi quartieri, il ponte crollato non si vede e non si percepisce. Tuttavia le problematiche logistiche e lo shock comunicativo dei primi giorni hanno fatto temere – stanno facendo temere – che il contraccolpo su un settore strategico come il turismo possa essere fatale. Abbiamo chiesto ai rappresentanti delle associazioni di categoria di fare il punto della situazione su disdette, prenotazioni, coefficienti di riempimento. E se le due sigle hanno un polso diverso rispetto a quando accaduto finora hanno però un uguale timore: “E adesso?”

“Abbiamo monitorato le nostre strutture a partire già dal 15 agosto – dice Laura Gazzolo di Confindustria Alberghi – e posso dire di no, non ci sono state disdette dell’ultimo minuto, bisogna vedere cosa accadrà a lungo termine, perché potrebbe essere problematico raggiungere Genova con la stagione autunnale, o almeno è possibile che i turisti abbiano questa percezione”

Qualche disdetta c’è stata secondo Valter Mariani, presidente degli Albergatori di Ascom a Genova. “Soprattutto dalla Francia – afferma – diciamo alcune decine ma le perdite sono state controbilanciate dalla presenza in città di moltissimi giornalisti provenienti da tutto il mondo”. Il coefficiente di riempimento delle strutture è al momento intorno all’80%. “Il problema è da oggi fino a fine mese, e poi oltre”, continua l’addetto ai lavori. “Abbiamo in previsione un’occupazione molto bassa e le prenotazioni stentano ad arrivare, bisogna capire se questo andamento sia legato al tragico evento o se sia legato all’abitudine sempre più diffusa a prenotare sotto data”.

Secondo gli albergatori è “importante che non passi il messaggio che Genova è isolata, chiusa, ferma – conclude Mariani – ieri una cliente ha telefonato dall’estero e ci ha chiesto se gli alberghi fossero aperti, manco ci fosse stato un terremoto dell’ottavo grado”.

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