Genova. “Da noi ci si aspettano atti concreti, per aiutare il più velocemente possibile la città a rialzarsi stiamo lavorando per ricostruire un ponte diverso, con soluzioni tecniche che in 8 mesi ci permettano di demolire e ricostruire una struttura in acciaio che sarà anche meno impattante per la Valpolcevera”.
Una tempistica che scatterà quando tutta la parte burocratica e le valutazione tecniche saranno espletate. Un iter che secondo le prime stie potrebbe durare un anno.
Questa la promessa di società Autostrade dalla parole del suo amministratore delegato Giovanni Castellucci: “Per costruire il ponte sarà necessario demolire le abitazioni, daremo vita ad un fondo per le famiglie che hanno perso la casa seguendo le normative regionali”.
E poi: “Interventi di ricucitura della viabilità private e delle merci: ricostruzione della strada a destro del Polcevera, una strada attraverso l’area dell’Ilva per connettere Voltri e Sampierdarena, velocizzeremo i lavori in Lungomare Canepa, per dare sollievo alle esigenze più immediate”.
I soldi che la società metterà per il nuovo ponte, secondo l’ad, saranno mezzo miliardo di euro. Una cifra che richiama i 500 milioni citati da Salvini nei giorni scorsi nel discorso del “mettersi una mano sul cuore”. L’accordo con il governo su questa cifra, però, è stato seccamente smentito dal Castellucci.
A quattro giorni dalla tragedia, Autostrade per l’Italia, la società che ha in concessione il tratto di A10 Genova-Savona, tra cui Ponte Morandi, quindi, esce dal silenzio presentandosi davanti ai giornalisti nella prima conferenza stampa dopo il crollo. Forse la conferenza stampa più importante degli ultimi anni.
Dietro ai microfoni Fabio Cerchiai e Giovanni Castellucci, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Autostrade per l’Italia: entrambi hanno espresso cordoglio e vicinanza per le vittime i loro cari.
“Come potete immaginare abbiamo una profonda tristezza nel cuore, e il prime pensiero va ai famigliari delle vittime – ha detto Cerchiai – e rinnovare a loro a nome della società sentimenti di cordoglio, come nonno, come padre, come cittadino italiano. Vivo l’immensità del loro dolore. La sento. Molte persone hanno perso la vita. Ed è una realtà e ne siamo consapevoli e ne portiamo”.
Ma alle ripetute domande dei giornalisti sulle scuse per il disastro, l’ad Castelluccio non si sbilancia ancora: “Abbiamo in apparenza mostrato poco vicinanza alla città, e per questo chiediamo scusa alle vittime, ai familiari, alla città e al paese, ma non ci prendiamo la responsabilità del crollo, questo lo deciderà la magistratura”.