Genova. “La sperimentazione del taser fa riferimento a una norma del 2014 che ha avuto un iter complicato, lungo e articolato a cui si è unita una chiara, inequivoca e preventiva dichiarazione di disponibilità da parte del titolare del Viminale visto che già nel contratto di governo su cui si regge l’attuale coalizione di maggioranza si fa riferimento all’utilizzo di questo strumento”.
Il capo della polizia Franco Gabrielli spiega così tempistiche e modalità che hanno portato a dare il via libera in via sperimentale all’utilizzo del taser da parte delle forze di polizia. “Diciamo che che su questa sperimentazione c’è stato un matrimonio di interessi. Il ministro Salvini ha formalizzato due giorni fa il decreto, adesso stanno arrivando le pistole” ha aggiunto.
A proposito dell’inserimento di Genova nella sperimentazione Gabrielli ha chiarito: “Non è che ci siamo dimenticati di Genova: l’elenco delle 11 città era stato fatto molto tempo prima della vicenda di Genova. Dopo i fatti che ben conoscete – ha spiegato Gabrielli con implicito riferimento all’intervento che ha portato alla morte del 20enne Jefferson Tomalà nel corso di un tso – il ministro mi ha chiesto di inserire Genova e lo abbiamo fatto perché avevamo alcune pistole in più e ci sembrava giusto anche per il valore simbolico che questa città aveva vissuto a causa di questa vicenda”.
“Quindi non c’è stata una dimenticanza di Genova prima e un recupero poi: semplicemente il ministro ha dato questa indicazione che noi abbiamo condiviso – ha ribadito il prefetto – Questo non significa che le città che non ci sono ce le siamo dimenticate: non vorrei che adesso sia aprisse il fronte che siccome non c’è Savona per esempio ci siamo dimenticati di Savona. La sperimentazione la dobbiamo fare abbiamo scelto contesti al nord, al centro e al sud, piccole e grandi realtà in modo da verificare sul campo questo utilizzo. ”.
Alla sperimentazione seguirà la stesura delle “linee guida per l’utilizzo di questo strumento perché non si dà un’arma senza che ci sia un disciplinare che garantirà in primis l’operatore ma anche il malcapitato che dovesse essere oggetto di questo strumento”. Dopo questa fase sperimentale “acquisteremo tutti i dispositivi che servono che dovranno essere distribuiti alla polizia di Stato, all’arma dei carabinieri e guardia di finanza che sono le forze di polizia che svolgono il controllo del territorio”.