Il decreto

Nel nuovo registro orafi artigiani assimilati ai “compro oro”: l’attacco di Confartigianato

Costi: "Altro che semplificazione, principio condivisibile ma strada sbagliata". Nuovi fardelli per le 130 imprese genovesi

orafo

Genova. Entrerà in vigore martedì 17 luglio il decreto che disciplina le modalità tecniche per l’invio dei dati e l’alimentazione del registro degli operatori “compro oro”. A essere interessate alle nuove disposizioni, non solo le imprese il cui volume d’affari deriva esclusivamente dall’acquisto di preziosi, ma anche le piccole realtà di oreficeria che svolgono questo tipo di attività solo marginalmente.

“Nonostante il tentativo di Confartigianato, in fase di consultazione, di alleggerire questa nuova mole di adempimenti, il decreto carica i nostri orafi di una serie di imposizioni burocratiche, alla faccia della semplificazione – commenta Luca Costi, segretario regionale di Confartigianato Liguria – Dalla comunicazione di dati e documenti, spesso già in possesso della pubblica amministrazione, al versamento di un contributo per la gestione del registro: si tratta di adempimenti onerosi in termini di tempo e denaro, di cui devono farsi carico le nostre piccole imprese artigiane anche se l’acquisto oro è un’attività che le tocca solo in minima parte. Sebbene sia giusto monitorare le attività sospette e favorire la disciplina dell’antiriciclaggio, anche nel circuito dei “compro oro”, riteniamo che questo debba essere fatto in una logica che sappia distinguere l’impresa che svolge un’attività manifatturiera artigiana, da quella che svolge una pura attività commerciale”.

In particolare, tra gli adempimenti previsti dal decreto pubblicato il 2 luglio in Gazzetta ufficiale, la necessità di attestare la presenza della licenza di Pubblica Sicurezza, peraltro non richiesta per coloro che sono iscritti all’Albo delle imprese artigiane, e l’obbligo di utilizzare un conto corrente dedicato in via esclusiva alle transazioni finanziarie eseguite in occasione di operazioni compro oro, il cui numero deve inoltre essere comunicato all’Oam (Organismo degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi, che gestisce il registro). “Esiguo il termine di 10 giorni per la variazione dei dati comunicati dall’impresa e resta inoltre poca chiarezza sui costi di gestione del servizio a carico delle imprese – spiegano da Confartigianato – nel dl non è riportato alcun importo richiesto come contributo per l’istituzione e la gestione del registro. Come auspicato da Confartigianato, viene però precisato che nella determinazione del contributo si terrà conto della natura giuridica e della complessità organizzativa dell’operatore (numero di sedi operative, numero dei preposti) e l’esclusività o secondarietà dell’attività di compro oro esercitata”.

Il registro sarà operativo entro tre mesi a partire dall’entrata in vigore del decreto e in Liguria interesserà ben 280 micro e piccole imprese artigiane del settore orafo: 130 a Genova, 57 a Imperia, 56 a Savona e 37 alla Spezia.

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